Derby, Fabio Capello: "Partita che si vince con la rabbia"

Intervista all'ex tecnico rossonero che parla della stracittadina e non solo

Fabio Capello (La Presse)

Fabio Capello (La Presse)

Milano, 20 ottobre 2018 -

Capello, l’Inter ha la terza miglior difesa del campionato, il Milan il terzo miglior attacco. Come finirà domani? «Queste statistiche farebbero pensare a un pari, ma bisogna analizzare i punti meno forti delle due squadre e, sotto questo aspetto, mi sembra che la difesa del Milan non abbia brillato in compattezza: ha qualche difficoltà e l’Inter è molto pericolosa là davanti. I rossoneri dovranno stare molto attenti».

In percentuale, quindi, meglio la squadra di Spalletti? «Nel derby non si possono fare percentuali: è una sfida a sé, un’atmosfera particolare. Saranno decisive rabbia e motivazioni».

Tra Higuain e Icardi chi sceglie? «Gonzalo lo conosco bene, arrivò con me al Real Madrid (dicembre 2006, ndr): doveva maturare, ma lavorava tanto e si vedevano già qualità impressionanti, calciava sempre molto bene. Icardi mi piace molto e mi ricorda Batistuta: non partecipa molto al gioco fuori area, ma dentro è micidiale, calcia al volo come pochi ed è fortissimo di testa. Sono due grandi punte e Milano può godersele».

E se torna Ibrahimovic, lo spettacolo aumenta. «Lo reputo un figlio, per lui ho una grande passione: lo feci prendere io alla Juventus (estate 2004, ndr). Chiaro, per l’età che ha, non può giocare tutte le gare, ma fa ancora la differenza, è ancora un grande campione».

Non c’è il rischio di tarpare le ali a Cutrone? «Cutrone lo spazio lo troverebbe e potrebbe imparare da un grande giocatore. Ecco, questo è uno dei problemi del calcio italiano: i campioni, specie stranieri, non vengono più qui, e i nostri giovani non hanno modo di studiarli».

Beh, almeno Ronaldo ce lo possiamo godere... «E’ stato molto bravo nel capire dove sta giocando e nel sapersi adattare a un sistema differente: al Real ogni gara riceveva dieci-dodici cross, qui molti meno e le aree di rigore sono molto più presidiate».

Per lo scudetto dobbiamo ‘rassegnarci’ a un finale scontato? «E’ già scritto. Ho visto la Juve giocare con sufficienza le prime gare, ma, appena sono arrivati impegni seri, ha dimostrato tutta la sua forza, la capacità di ribaltare il risultato: penso alla sfida di Champions col Valencia o alla gara col Napoli. La Juve ha la cosa più importante: la mentalità vincente».

Martedì a Manchester il primo vero esame per capire se sia davvero l’anno giusto per i bianconeri in Europa. «Contro lo United la vedo favorita, ma aspettiamo a parlare di anno giusto: la Juve è ben strutturata, gioca per dominare, ha grandi riserve, qualcuno potrebbe arrivare a gennaio. Potenzialmente c’è tutto perché questa sia la volta buona. Ma è presto».

Come vede l’Inter a Barcellona? «I nerazzurri hanno una grande difesa e i due risvegli nel finale con Tottenham e Psv hanno dato morale e convinzione. Sono fiducioso perché vedo il Barcellona molto esposto in difesa...».

Il Napoli forse ha la strada più dura col Psg. «Dopo l’impresa con il Liverpool, Carlo dovrà farne un’altra, studiarla bene. Non vedo tanti punti deboli nel Psg, forse un solo difetto: in Ligue 1 vince sempre, non è abituato a soffrire in difesa. Ecco, questo può essere un punto a favore del Napoli».

La Roma, invece, si giocherà la qualificazione col Cksa. «I giallorossi vanno a sussulti, ma credo che con Nzonzi abbiano trovato equilibrio a centrocampo. Certo, non dovranno sottovalutare i russi».

Si aspettava un Real così in difficoltà? «Erano abituati con Ronaldo a partire sempre dall’uno a zero. Ma un giocatore non può cambiare tutto. Ai blancos serve tempo: torneranno al top e saranno tra i protagonisti in Champions».

Ma la favorità chi è? «La mia è il Manchester City. E’ partito male, ma quando ritroverà il miglior De Bruyne, quella di Guardiola sarà la squadra da battere».

Capello, dica la verità: se la dovesse chiamare Berlusconi per chiederle di guidare il Monza? (Ride, ndr). «Magari come consulente...».