Il business dei ritiri precampionato: migliaia di turisti per i big del calcio

Tifosi al seguito dei club. E i monti lombardi si riscoprono attrattivi

La Sampdoria si sta allenando tra Ponte di Legno e Temù

La Sampdoria si sta allenando tra Ponte di Legno e Temù

Milano, 24 luglio 2016 - Quando turismo fa rima con pallone. Il quale mai va in vacanza (soprattutto quest’anno, dopo l’abbuffata tv di giugno e luglio fra Coppa America ed Europei), ma che in vacanza è in grado di trascinare migliaia di appassionati. Quelli che proprio non ce la fanno a vivere senza la propria squadra del cuore. Estate 2016, il rituale è sempre lo stesso: neppure il tempo di rimettere negli armadi sciarpe e bandiere tricolori e già si ricomincia. Zaino sulle spalle, scarpe sportive, block notes e macchina fotografica (ma basta il cellulare per un selfie...) e via verso gli stessi prati e gli stessi monti (il mare può aspettare), dove le parole ferie e pallone si fondono in un unico divertimento che evita “malumori”, non spacca le famiglie e fa la gioia soprattutto dei tifosi più piccoli.

Li chiamano i “viaggi delle passioni”, e anche in periodo di congiuntura economica negativa non conoscono la parola crisi. Perché il turismo legato al calcio cresce di anno in anno. E dopo le Alpi del Trentino Alto Adige, ci sono le splendide valli della Lombardia fra i luoghi prescelti da grandi e piccole società per la preparazione. La nostra regione, in questo periodo, ospita ben tre squadre di serie A (il Brescia è a Spiazzo, pochi chilometri dal confine lombardo, ma molte formazioni di Lega Pro sono sulle nostre montagne): il Torino a Bormio, la Sampdoria fra Ponte di Legno e Temù, l’Atalanta a Clusone.

Il Milan ha appena ultimato la prima fase della preparazione nella quiete di Milanello (Carnago), mentre solo l’Inter è andata nella più lontana Riscone di Brunico. Una cosa è certa: una camera con “vista” su Icardi, Maxi Lopez, Soriano o Sportiello, può valere molto più di un ombrellone in Sardegna. E per questo cresce il numero di chi, soprattutto a luglio, decide di trascorrere le vacanze nei luoghi dei ritiri delle squadre. Se l’Inter toccava anche le cinquemila presenze giornaliere (poco meno rispetto alle 6.000 del Napoli che da anni ha scelto Dimaro in Trentino come sede del ritiro estivo o le 3.000 della Roma a Pinzolo), la conta sugli spalti anche in Lombardia ha numeri importanti, soprattutto nei weekend quando si giocano le amichevoli (nel pomeriggio il Toro sfida il Renate e l’Atalanta affronta il Lumezzane). Sono gruppi di amici (permanenza media due giorni) ma anche, come detto, famiglie intere (cinque giorni) trascinate dai papà, desiderosi di accontentare se stessi e i figli e trascorrere un po’ di tempo vedendo i loro idoli a portata di autografo, con la possibilità di scambiarci quattro chiacchiere nelle settimane della faticosa preparazione in alta quota, che ossigena i polmoni ma pure le casse dei club.

Per avere l’Inter bisogna pagare più di un milione, per il Napoli 250mila euro, per Torino e Samp circa 100mila euro pagati da enti locali o persino singoli albergatori e dagli esercenti. Perché se è vero che gli italiani proprio non sanno rinunciare al pallone, è anche giusto sottolineare che le “location” dei ritiri sono luoghi di montagna molto belli e accoglienti: così si respira aria buona, si dimentica lo smog della città, si mangia bene e ci si prepara alla nuova e lunga stagione calcistica, scrutando volti vecchi e nuovi. E magari si fa pure attività sportiva: bike, trekking, parapendio, corsa e canoa in queste palestre a cielo aperto. Insomma, ci sono tanti buoni motivi per non rinunciare al pallone. Neppure d’estate.