Il basket è una storia di maglie. Parola di collezionista

Bruno Alberti: "Ne posseggo 130, alcuni sono proprio dei pezzi rari"

Bruno Alberti è il maggior collezionista di maglie dell'Olimpia

Bruno Alberti è il maggior collezionista di maglie dell'Olimpia

Milano, 3 luglio 2018 - Essere tifosi  dell’Olimpia Milano significa ammirare una storia di 82 anni di successi. Come tutte le storie fantastiche c’è chi colleziona cimeli di chi l’ha costruita. L’oggetto da collezione per eccellenza sono le canotte da gioco, Bruno Alberti è il maggiore collezionista di maglie Olimpia, ne possiede oltre 130 (tutte visibili su facebook su Olimpia Milano Jerseys Collection), un numero altissimo se si pensa che la collezione nasce nel 2011

Come le è venuta questa passione?

«Da bimbo lo facevo con le maglie del calcio. Da grande la mia grande passione è diventata il basket. In realtà è partita con una maglia NBA dei Suns, poi è scattata quella biancorossa, anche grazie alla mia partecipazione al servizio d’ordine del Forum dal 2007».

Qual è l’obiettivo?

«Voglio raccontare la storia dell’Olimpia attraverso le sue maglie. Il collezionismo è un mondo sommerso, i pezzi di valore sono nascosti, spesso i veri colpi sono frutto di contatti che si coltivano in tutto il mondo».

Quante maglie possiede?

«Sono 130 quelle da gara indossate, di tutti i tipi, anche quelle dell’amichevoli o delle coppe, tutte diverse. Da Simmenthal a EA7, queste le ho tutte dal 2011 al 2018».

L’episodio più curioso? «Tanti ex giocatori mi hanno ceduto le maglie, una volta conosciuta la collezione. Un episodio fu quello con Srdjan Jovanovic, in Olimpia dal ‘97 al ‘99, lo contattai con successo per una sopramaglia, ma dopo qualche mese, dal nulla, mi arrivo di nuovo un pacco da Belgrado. C’era una maglia Stefanel per me, me l’aveva spedita, senza avvertirmi, solo per il piacere di aiutarmi».

Qual è il pezzo a cui tiene di più?

«Per ovvie ragioni quelle di Paolo Alberti. E’ come se avessi la mia personale. La più importante è quella Simac di Dino Meneghin, quella più antica è del Simmenthal degli anni ‘60, la società dice che fu di Vianello».

Nuovi obiettivi in vista?

«Mi piacerebbe colmare la lacuna dell’unico sponsor che mi manca, quella antichissima del Borletti. E poi mi manca anche quella da gara indossata dalla Tracer».