Le Vibrazioni sul palco con Vessicchio aspettando Sanremo

La band di Francesco Sarcina porta al Nazionale di Milano i vent'anni di carriera

Le Vibrazioni

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Il Maestro è nell’anima. Parola de Le Vibrazioni, che approdano martedì prossimo al Nazionale per reinventare un repertorio ventennale con un’orchestra di quindici elementi diretta da Beppe Vessicchio. "Una vera e propria opera rock" la definisce Francesco Sarcina, entusiasta di riuscire nell’impresa di confrontarsi con i legni e gli ottoni del direttore napoletano dopo ben tre rinvii. "Nel 2019, dopo il Forum e il tour estivo, decidemmo di mettere in strada un bel tour teatrale con orchestra prima di tornare a Sanremo. Poi sono arrivate altre offerte e abbiamo pensato di spostare tutto a marzo per non fare due gruppi di concerti ma solo uno. Poi la pandemia ci ha costretti a spostare tutto nel periodo dicembre-gennaio, ma nuove emergenze e restrizioni ci hanno costretti a rimandare tutto ancora una volta. Finalmente ce l’abbiamo fatta e, anche se la situazione addensa nubi sul destino della musica live nei prossimi mesi, proviamo a goderci il momento". Siete ripartiti mercoledì scorso dalla Sicilia. "Ed è stato meraviglioso. Il Sud è molto rock e i concerti erano tutti sold out, anche se a Catania e Marsala alcuni spettatori, nonostante avessero in tasca il biglietto, per paura non sono venuti. Il Teatro Golden di Palermo, invece, era al completo ed è stata un’apoteosi". Ora l’ipotesi di un album dal vivo è praticabile? "Valutiamo la possibilità. Intanto registriamo tutti gli show". Parliamo di Vessicchio. "Il Maestro è fantastico. Un uomo d’intelligenza e simpatia fuori dal comune. Ha fatto un lavoro eccezionale e oggi le canzoni non le suoniamo più ad occhi chiusi come ci accadeva vent’anni fa, ma dando il giusto peso ad ogni nota. Tutto studiato e calibrato, proprio come in una rock opera". A proposito: l’idea di scriverne una con Vessicchio la solletica? "Ma io la mia rock opera l’ho già scritta e ce l’ho chiusa nel cassetto dall’inizio degli anni Duemila. Anche se l’ho fatto sotto effetto di sostanze e forse ha bisogno di qualche limatura. Sconfina nella psicologia perché parla delle sovrastrutture in cui ci incastra il quotidiano. Farla vivere un giorno su un palco è uno dei miei grandi sogni". Il 15 dicembre Amadeus fa un annuncio. Le Vibrazioni sono interessate o no? "Noi siamo sempre interessati agli annunci. E la svolta rock dell’ultimo Festival rappresenta un bello stimolo". Trecento candidature. "Non pensavo nemmeno che fossimo così tanti a suonare in Italia". Potendo avvicinare questo vostra commistione tra rock e orchestra a qualche celebre esperimento del passato, chi vi viene in mente? "Di progetti sul tema ce ne sono stati di clamorosi, basta pensare a quelli dei Deep Purple o dei Metallica. Forse, però, punterei sui Pink Floyd per la forza psichedelica della loro musica sposata alla potenza dell’orchestra".