Dalla Tv al cinema: chi ce l'ha fatta e chi no tra gli attori di Hollywood

A Clooney è riuscito il salto da "E.R." al divismo planetario. Ma in tanti sono rimasti al palo

George Clooney in "E.R." (nel riquadro) e in "The Midnight Sky"

George Clooney in "E.R." (nel riquadro) e in "The Midnight Sky"

George Clooney può festeggiare il traguardo dei 60 anni con un bel po' di obiettivi raggiunti. Tra cui quello, significativo, di essere stato capace di conquistare (neanche più ragazzino) la gloria grazie al piccolo schermo e di passare con disinvoltura al cinema, scrollandosi di dosso l'immagine del bellone per scalare le vette non solo della fama, ma anche dell'impegno: attore da Oscar, regista e produttore riverito, star della beneficenza e marito da favola, messo da parte qualche gossip di troppo. Un traguardo che non tantissimi a Hollywood e dintorni possono dire di aver eguagliato, quanto meno con lo stesso successo. Anche se il Leitmotiv vuole che in America si possa passare da Tv, cinema  e teatro con la stessa facilità con cui si cambia un vestito: a conti fatti non è poi così vero. Ecco a chi è riuscito e a chi no.

Il grande salto

Robin Williams, alieno in "Mork & Mindy"
Robin Williams, alieno in "Mork & Mindy"

Clooney, lanciato dal ruolo del Dr. Ross in "E.R." verso lo stardom globale, ha almeno un paio di predecessori di lusso. Il primo è sicuramente il compianto Robin Williams. Indimenticabile protagonista di una serie che ha cullato almeno un paio di generazioni di telespettatori globali, "Mork & Mindy", a colpi di "nano nano" ma anche di doti di comicità irresistibile è diventato un mattatore del grande schermo. Nei ruoli da comedian a lui congenial ("Mrs Doubtfire") come in film drammatici ("L'attimo fuggente"): un nome e una garanzia. Michael J. Fox, ragazzo prodigio di "Genitori in blue jeans", è stato invece consacrato idolo generazionale con la trilogia di "Ritorno al futuro". Poi, tante pellicole, qualcuna meglio riuscita qualcuna peggio, senza più lo stesso fantasmagorico successo, ma il dado era tratto. Almeno fino alla malattia, il morbo di Parkinson, che coraggiosamente rivelò senza rinunciare alla recitazione e con alcuni fulminanti ritorni in Tv, come nella serie "The Good Wife". Restando agli attori, un altro fenomeno è Will Smith, quel "Principe di Bel Air" maturato poi nel cinema action ma capace anche di sfumature sorprendenti.

Le attrici

Jennifer Aniston è Rachel in "Friends"
Jennifer Aniston è Rachel in "Friends"

In campo femminile non mancano esempi eclatanti. In primis, Jennifer Aniston, che della banda "Friends", la sit-com che spopolò letteralmente negli Anni 90, è stata sicuramente la rivelazione. Sarà stato il "caschetto alla Rachel", sarà stato l'istinto per la commedia, Jen si è conquistata un posto in prima fila a suon di successi nell'olimpo delle star, pre e e post la love story con Brad Pitt. Del suoi "Friends" sono state in scia per un po' Lisa Kudrow, beniamina per qualche stagione del cinema indie, e Courtney Cox, che nel carnet può mettere la serie horror "Scream", dove tra l'altro affiancava un'altra reginetta del piccolo schermo con ambizioni alte, Neve Campbell ("Party of Five"). Più di recente bisogna includere Michelle Williams, la bionda di "Dawson's Creek", rivelatasi poi attrice da festival, e Olivia Wilde, passata dal "Dr. House" addirittura alla regia per il grande schermo. 

Frenate

David Duchovny e Gillian Anderson in "X Files"
David Duchovny e Gillian Anderson in "X Files"

Lunga però è la lista di quegli interpreti diventati celeberrimi in televisione, che sembravano destinati alla gloria e poi... Altra reduce di "Party of Five", Jennifer Love Hewitt è stata la fidanzatina d'America per il tempo (anche lei) di un horror ("So cosa hai fatto l'estate scorsa") o poco più. Non è andata meglio al trio di protagonisti di "Lost", serie osannata se mai ce n'è stata una prima del "Trono di Spade": non hanno sfondato né Matthew Fox, né Evangeline Lilly, né Josh Holloway nonostante tentativi importanti. A volte, è proprio il trampolino di lancio il punto debole: fu così per Shannen Doherty, la Brenda di "Beverly Hills" che con "Generazione X" finì nel Kevin Smith sbagliato. E non andò meglio a Luke Perry-Dylan, altro attore prematuramente scomparso, nonostante il piccolo cult "Crocevia per l'inferno". Tra le occasioni mancate va inserita Julianna Margulies, infermiera amata da Clooney in "E.R.", che lasciò all'apice del successo per il cinema: uno slancio non ricambiato. Strade parallele per i due protagonisti di un altro eterno cult, "X Files": David Duchovny e Gillian Anderson, che al cinema hanno anche portato (con fortuna discutibile) proprio i loro cacciatori di misteri extraterresti. Fuori dai panni di agenti Fbi, è andata meglio a Gillian, che si è almeno concessa il lusso delle crinoline firmate Terence Davies in "L'età della gioia". Più confortante comunque il ritorno in Tv, come dimostra la messe di premi per "The Crown 4". E a proposito del serial sui Windsor, Olivia Colman (la regina Elisabetta) si è rivelata nei panni di poliziotta nella serie "Broadchurch" prima di arrivare all'Oscar per alternarsi tra i due schermi. Ma per gli attori in arrivo dalla Gran Bretagna è un'altra storia: lì, complice la Bbc, un adattamento televisivo da Jane Austen o Charles Dickens non si nega a nessuno ed è sempre un bel viatico.

Rotta inversa

Joan Collins in "Dynasty"
Joan Collins in "Dynasty"

Grazie soprattutto alle piattaforme streaming, la serialità televisiva non è più un "refugium peccatorum", anzi è trendy. Lo dimostrano i successi di star come Nicole Kidman, Reese Witherspoon, Hugh Grant, che hanno recuperato smalto. Non è sempre stato così. Fino agli Anni '90 la Tv era un'occasione di riciclo per qualche vecchia (si fa per dire, ma erano altri tempi) stella. Il più clamoroso dei casi? Quello di Joan Collins, per sempre Alexis di "Dynasty", il ruolo della vita. Successe anche a Jane Wyman , ex signora Reagan, con "Falcon Crest" (dove fece capolino pure Gina Lollobrigida). Un'era glaciale fa. Ma la Tv può essere una trappola: dà successo, ma uscirne è un'impresa. Anche per Kyle MacLachlan, attore feticcio di David Lynch, dopo "Twin Peaks" non è stato più lo stesso. Lo sa Chris O'Donnell, affossato dallo stesso "Batman & Robin" cui è sopravvissuto Clooney, ora agente di "Ncis: Los Angeles". Lo sa Claire Danes, ex Juliet del Romeo DiCaprio (lo ricordate bambinone in "Casa Keaton"?) spia fatale di "Homeland". Lo sa Anna Paquin, baby talento da Oscar con "Lezioni di piano", poi diva teen per "True Blood" e tornata al grande cinema con "Irishman" di Scorsese: quasi un cameo di pochissimi minuti che ha fatto infuriare i fan. Il triplo carpiato è roba da specialisti.