Sanremo 2021, le pagelle della seconda serata

Malika Ayane ed Elodie esplosive, Achille Lauro artista

Elodie e Fiorello sul palco

Elodie e Fiorello sul palco

Sanremo - Dopo le pagelle della prima serata del Festival di Sanremo, ecco quelle della seconda serata, realizzate con il contributo di un gruppo d'ascolto d'eccezione. Pagelle ironiche e a tratti anche irriverenti, "Senza fare sul serio" per parafrasando un brano di Malika Ayane, peraltro in gara proprio durante la seconda serata di Sanremo 2021.

Le pagelle della seconda serata

Amadeus: voto 8. Elegantissimo come durante la prima serata, è un padrone di casa discreto e mai sopra le righe. Si poteva evitare il duetto musicale con Fiorello, ma è un'inezia.

Fiorello: voto 9. Geniale la sua parodia di "Bohemian Rapsody" per introdurre Laura Pausini. Ormai è un Re Mida: ogni sketch di cui è protagonista diventa oro. Man of the match,

Elodie: voto 9. Bellissima e a suo agio da co-conduttrice, una bomba nei panni della nuova Jennifer Lopez italiana durante un medley che avrebbe resuscitato anche i morti. Se l'Ariston fosse stato pieno. Divina.

Orietta Berti: voto 7. Nel suo genere è unica in questo Sanremo. Peccato che arrivi sul palco indossando una palandrana in stile Tina Cipollari. La sua canzone è una sorta di "Grande amore" de Il Volo cantata da Iva Zanicchi. E' molto classica ed è quello che ci si aspetta da Orietta Berti. Ovviamente fa una gara a sè. Classica.

Bugo: voto Le brutte intenzioni e la maleducazione. Di chi l'ha fatto di nuovo salire su un palco che non merita. Il brano ricorda, neanche tanto da lontano, "Il mio canto libero" e a tratti "Generale". Entrambe cantate molto male. Che succede?

Gaia: voto Musica e il resto scompare. Nel senso che sin dall'inizio non solo è molto simile al brano che Elettra Lamborghini ha portato lo scorso anno a Sanremo, ma è la stessa Gaia ad atteggiarsi esattamente come la Lamborghini sul palco. Il brano è un già sentito, ma potrebbe diventare un tormentone. Virale.

Lo Stato sociale: voto 7. Finalmente un tormentone degli Stato sociale in cui non ci sono parolacce e non si usano luoghi comuni tanto per strappare applausi. Bella canzone, movimentata, casinara come è questa band. Bravi.

La rappresentante di lista: voto 6.5. Nonostante la canzone non valorizzi appieno le doti vocali della cantante, il brano è orecchiabile e si fa ricordare. Non è molto chiaro il motivo per cui la cantante abbia iniziato una metamorfosi in Arisa. La loro performance però convince. Da ricordare.

Malika Ayane: voto 8. E' l'unica a cui brillano gli occhi sul palco durante l'intera esibizione. E mostra anche di divertirsi mentre canta. Divora letteralmente il palco, l'attenzione è sempre su di lei. Signora.

Extraliscio e Davide Toffolo: voto 6.5. Il brano mescola ritmi da balera a sonorità caraibiche ed è effettivamente credibile. Il loro lo fanno, impossibile pretendere di più. Vai col liscio.

Ermal Meta: voto 6. Tipicamente Ermal Meta. Nessuno scossone, nessun momento indimenticabile e nessuna caduta particolare. Piatto.

Random: voto ritenta, sarai più fortunato. Sarà l'emozione, sarà l'ora tarda, ma la sua voce non solo non arriva al cuore ma sembra a tratti anche quasi poco intonata. Random urla. Inutilmente. Finisce la performance ed è ancora iperattivo. Calma e sangue freddo.

Fulminacci: voto 6. Ha fatto di meglio. Molto meglio. Il suo essere una sorta di baby Daniele Silvestri non emerge in modo assoluto, ma ha del potenziale. E rimane in testa. Deve registrare ogni tanto l'intonazione, ma di deludente nella sua esibizione c'è solo il look. Davvero tremendo. Quota indie rispettata.

Willie Peyote: voto 7. Un po' Frankie Hi-Nrg e un po' pop, porta temi di protesta sul palco. Ed effettivamente coinvolge. E da una scossa nonostante si esibisca ben oltre la mezzanotte. Adrenalina.

Giò Evan: voto 5.5. Arriva vestito da spiaggia, evidentemente a Sanremo è già primavera molto inoltrata. La canzone non sarebbe neanche male dal punto di vista del testo, è la voce a mancargli. E questo fa in modo che anche le parole non vengano valorizzate come meritano. Sembra un po' un Tricarico 4.0. Da riascoltare.

Irama: voto 6. Il ritornello ricorda "Ken il guerriero", il resto della canzone è una sorta di "Nera" affiancato a "Mediterranea". Tipicamente da Irama e per questo è credibile. Non è nulla di indimenticabile però. Con qualche effetto di meno si sarebbe potuto sentire Irama. Standard.

Laura Pausini: voto cucciolotta. Arriva sul palco dell'Ariston e si commuove parlando dei Golden Globe e del supporto che l'Italia le dà nel mondo. E quando rimarca di essere di Solarolo praticamente vince il Festival di Sanremo pur non essendo in gara. 

Il Volo: voto 7. Morricone è Morricone, loro sono bravi anche se come sempre pomposi e retorici. Ma d'altro canto lo richiede l'occasione. A loro agio.

Gigliola Cinquetti, Fausto Leali, Marcella Bella: voto in bianco e nero. Peccato che non abbiano fatto entrare all'Ariston la voce della Cinquetti, sarebbe stato interessante sentire "Non ho l'età" cantata anziché parlata. Poi inciampa in modo vistoso anche Fauso Leali, tradito da un acuto. Marcella Bella cammina, quando dovrebbe correre. Metaforicamente parlando, s'intende. Insomma. evitabile.

Achille Lauro: voto 6. Su consiglio della creativa Marta Sampietro, ho deciso di considerare Achille Lauro in valore assoluto. Questo voto è la somma di diversi elementi. La voce: voto 4. Dal vivo non rende per nulla, i brani di Lauro sono di impatto se li si ascolta registrati. Il messaggio: voto 8. Achille Lauro è un performer ormai, non lo si può considerare un cantante. E la performance effettivamente fa sempre discutere. Il look: voto 5. Ha la treccia come Mina. Però potrebbe fare di più. Non così terribile.

Gigi D'Alessio e i suoi rapper: voto Guagliò. Uno spettacolo indecoroso, anche perché non si tratta di una parodia. Perlomeno non dichiarata. D'Alessio e i rapper sul palco insieme a lui sono protagonisti di un progetto sociale importante, ma questo non giustifica la loro presenza al Festival di Sanremo. Peraltro con un brano di poco conto. Anche perché altrimenti il Festival di Sanremo dovrebbe dare spazio a migliaia di progetti provenienti da tutta Italia. Perdita di tempo.