Sanremo 2022, Roberto Saviano ricorda Falcone e Borsellino. E' standing ovation

Tutti in piedi ad applaudire. Lo scrittore: "Il coraggio è sempre una scelta". E rende omaggio anche a Rita Atria, prima testimone di giustizia d'Italia

Roberto Saviano

Roberto Saviano

Standing ovation al Teatro Ariston, durante la terza serata della 72esima edizione del Festival di Sanremo, per l'omaggio a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D'Amelio. Mentre Amadeus ricorda i nomi dei giudici, della moglie di Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti di scorta morti nei due attentati il pubblico si alza in piedi per applaudire.

Sanremo 2022, gli ascolti della terza serata ancora da record

Poi, annuncia l'ingresso di Roberto Saviano. Lo scrittore fa un monologo per ricordare i due magistrati e per condannare la mafia. Ma "ricordare - sottolinea - non è un atto passivo, viene da 're-cordari', rimettere nel cuore, non vuol dire provare nostalgia per Falcone e Borsellino, ma rimetterli in vita sentendoli battere in noi".

"Molti di noi - dice lo scrittore - ancora non c'erano, eppure la loro storia è parte della nostra memoria collettiva, per tutti noi sono simboli di coraggio, che è sempre una scelta, di fronte alla necessità di cambiare le cose si può scegliere o lasciar perdere, ma non scegliere è rendersi complice". La loro storia "è la storia di chi sceglie pur sapendo di rischiare", sottolinea ancora Saviano, citando gli esempi di Chinnici, Terranova, Saetta, Costa, Giacomelli, Livatino, "uomini e donne di giustizia finiti sotto i colpi delle mafie".

Falcone e Borsellino oggi "celebrati come eroi", subirono la delegittimazione, "furono accusati di spettacolarizzare il loro lavoro, di Falcone si arrivò a dire che la borsa con 58 candelotti all'Addaura se l'era messo da solo: non c'erano i social ma c'erano gli haters», ricorda lo scrittore, e quel fango «li aveva isolati e resi facili obiettivi, ma non è riuscito a sporcare il loro esempio".

Ricorda poi la storia di Rita Atria, che a 17 anni divenne la prima testimone di giustizia d'Italia grazie all'aiuto di Paolo Borsellino e che si tolse la vita dopo la morte del giudice, ma "la sua testimonianza portò alla condanna di molti mafiosi. Il coraggio dei testimoni di giustizia è di chi sa che cambierà la propria vita e di quelli accanto a sé". "La neutralità - punta il dito Saviano - non ci tiene in sicurezza, ci costringe a rinunciare alla libertà, alla dignità, al diritto di ricercare la felicità. Il silenzio favorisce le mafie e lascia solo chi le contrasta", ma Falcone e Borsellino e Rita Atria "sono semi che sono germogliati, semi che possono diventare radici». Il monologo dello scrittore - che dal 12 febbraio condurrà su Rai3 Insider - si chiude con un brano di un tema di Rita Atria: "Se ognuno di noi prova a cambiare, forse ce la faremo".