Pagelle Sanremo 2022 seconda serata: Iva Zanicchi, Donatella Rettore ed Elisa da urlo

Non convincono i giovani, male anche Irama. Quanto manca Beppe Vessicchio

Iva Zanicchi al Festival di Sanremo 2022

Iva Zanicchi al Festival di Sanremo 2022

Ora le carte sono svelate: hanno cantato tutti i 25 big in gara al Festival di Sanremo 2022. Ed è quindi il momento di dare i voti. Dopo le pagelle della prima serata, ecco quelle della seconda. Ironiche, come sempre.

Sangiovanni: voto "Tenero lui". Il brano è un tormentone, ma il ritornello ricorda "A me me piace a Nutella" del fenomeno Youtube"Bimbo Lucio". Tipicamente in stile Sangiovanni, con quelle vocali reiterate a fine strofa e la metrica inequivocabile, l'ex Amico di Maria se la cava. E il particolare della collana con scritto "Giulia" in omaggio alla fidanzata Giulia Stabile è da spot Mulino Bianco.

Giovanni Truppi: voto Minghi in confronto usava meno parole. Per me è no in tutti i sensi, pure quelli vietati. Prima di tutto perché la canotta a Sanremo la indossi solo d'estate e sul lungomare, non all'Ariston durante il programma più visto dell'anno. E soprattutto durante l'unica occasione che avrai in vita tua di avere 10 milioni di spettatori che guardano una tua esibizione in tv. Poi perché il testo in "stile Faletti" andava bene anni fa. Adesso la ridondanza di parole e la ricerca a tutti i costi del pesantume sa di "sono intellettuale e voi no". E infatti non degna il pubblico neppure di maniche lunghe. Insomma, chi mi ha detto "Attenta a Giovanni Truppi perché può vincere" riceverà da me una visita nelle prossime ore. E a seguire riceverete anche quella di un'equipe di specialisti.

Le Vibrazioni: voto 5. Si salvano solo per l'omaggio a Stefano D'Orazio sulla batteria. Per il resto "Tantissimo" è il tasso di stonature del frontman Francesco Sarcina. La band sale sul palco sprovvista del componente più atteso: il direttore d'orchestra Beppe Vessicchio. Il che per il Fantasanremo è una fregatura che neanche vi sto a spiegare. All'inizio sembrano Jem e le Hologram dei cartoni animati, poi purtroppo si rimettono i panni de Le Vibrazioni. Panni che però stasera sono un po' scomodi. Fate tornare la vera band.

Emma: voto Sì ma stai calma. Sale sul palco che sembra Elodie. Poi inizia e spacca tutto. Probabilmente qualcosa anche in senso letterale, vista la potenza della sua voce. Che lei di certo non trattiene. E' un brano forte, con una forte accezione femminista. E convince. Sarebbe la vincitrice, se non ci fossero Santa Elisa da Trieste e il duo Mahmood e Blanco. Bella energia.

Matteo Romano: voto Ciccino lui. E' emozionato e ha la giacca probabilmente di un parente più adulto. Fa quasi tenerezza. Però proprio non ci siamo. 

Iva Zanicchi: voto Cento Cento Cento. Scende le scale, anzi non le scende, poi le sale, poi le scende: insomma, ancora prima di cantare è protagonista. Ha 82 anni, ma dà dei giri a tantissimi altri partecipanti che ne hanno molti di meno. E quando dice "Il Festival mio può finire qua" è esattamente quello che pensiamo noi dopo aver visto il suo trionfo. Grazie Iva, perché a 82 anni ci ricordi che tu hai una vita sessuale più attiva del 90% di noi e perché ci hai dato una grande lezione: i tempi cambiano, ma il talento, l'eleganza e la grinta non passano.

Ditonellapiaga con Rettore: voto Siamo tutte bimbe di Rettore. E' una questione di "Chimica" secondo loro, secondo noi è una questione che sono strepitose e basta. Non si possono discutere: si amano. Alla follia. Rettore sale sul palco vestita da cugina di campagna Crudelia. Ditonellapiaga inizia facendo il suo decisamente bene, poi inizia lo show: lei e Rettore hanno un'energia unica, sono coinvolgenti e fanno ballare. Già, a Sanremo fanno ballare. In un mondo ideale riceverebbero il premio "Vita in te ci credo".

Elisa: voto Regina. Sale sul palco vestita da regina degli elfi. Poi succede che lei canti e, parafrasando Elettra, tutto scompare. Elisa cantaci la vita, cantaci l'elenco del telefono, cantaci le fermate della metro (cit. una delle componenti del Gruppo d'Ascolto sanremese), basta che canti: tanto sei meravigliosa a prescindere. A questo punto noi andiamo avanti con le altre serate giusto perché è tutto già pagato. Ma tanto sappiamo che devi vincere tu. Perché questo è il Festival della musica italiana e tu sei la musica.

Fabrizio Moro: voto 6.5. Da Fabrizio Moro ti aspetti il sentimento urlato e sbattuto in faccia con la voce che graffia. E' grintoso, è rock. Come al solito. Fra cinquant'anni una nuova performance di Fabrizio Moro sarà identica a questa. Possiamo già immaginarla.

Tananai: voto 5. Se non fosse che urla e non becca proprio tutte le note, non sarebbe proprio male. Però lo è. Peccato perché la canzone sarebbe anche orecchiabile. Ma lui la indossa maluccio.

Irama: voto Nonna Abelarda. Uncinetto è l'anagramma del suo nome. Si presenta sul palco vestito da centrino di pizzo di Sangallo e con dei capelli che sembra la guerriera Xena. La canzone non ricorda neanche lontanamente quella dell'anno scorso. E dispiace, perché nonostante assomigliasse alla sigla di Ken Il Guerriero rispetto a questa era oro. Non lo si può riavere anche quest'anno solo registrato Irama?

Aka7even: voto 5. Ok dopo aver cantato può tornare nel dimenticatoio dei tendaggi. Perché quella che ha addosso è una tenda con sin troppe decorazioni. Con lui, che chiude la truppa dei modificati possiamo dirlo: l'autotune ci ha sbriciolato qualsiasi tipo di pazienza residua.

Highsnob e Hu: voto Who?. Evitabilissimi. Tra i big stanno come il glutine nella pasta per celiaci: cioè da male che proprio male male. Li dimenticheremo presto. Almeno spero. Sono già pronta a sbattere il mignolo di un piede contro il divano per svenire e risvegliarmi in un Sanremo senza di loro.

Lorena Cesarini: voto 6. Si riprende nel corso della serata. Inizia la puntata che ha il morbo di Ornella Muti, ovvero non capisce di trovarsi al Festival di Sanremo. Poi dopo il retoricissimo, ma necessario, monologo sul razzismo... no niente, rimane sull'Isola che non c'è. E' totalmente nel suo mondo, che peraltro non si capisce quale sia. Ma fa tenerezza. E, soprattutto, rispetto a Ornella Muti, perlomeno non è scostante. Cariiiiiiina.

Checco Zalone: voto  6. Fa un monologo sulla transfobia che non ha nè arte nè parte e risulta più stantio e inutilizzabile del pane raffermo lasciato due settimane sul davanzale. Poi per fortuna si riprende e risale la china. Il virologo Oronzo Carrisi è irresistibile. Avesse fatto così sin dall'inizio avrebbe oscurato Fiorello.

Amadeus: voto 7. Lo ammetto: senza Fiorello sembra più spento. Sembra che gli manchi qualcosa. E mi piace di meno. Anche perché non ha nessuno come spalla. Deve fare tutto da solo. Ama, ti siamo vicini.

Beppe Vessicchio: voto Torna, sta casa aspetta a te. Se durante la serata avete sentito un "Ooooooh", sappiate che era l'affermazione di stupore misto a smarrimento di tutti i milioni di appassionati che si sono sentiti orfani dopo aver capito che il maestro Beppe Vessicchio non avrebbe partecipato al Festival. Il direttore d'orchestra guru del Festival di Sanremo è negativo al tampone del coronavirus, ma ancora non è in ottime condizioni di salute e dovrebbe tornare all'Ariston non prima di venerdì. Non è Sanremo senza Vessicchio e questo l'Italia lo sa bene. Beppe, dacci un segno.