Raffaella Carrà ed Enzo Paolo Turchi (Alive)
Roma - "Tuca, Tuca, Tuca… L'ho inventato io/ Per poterti dire/ Mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi piaci, mi pià…" Con il brano 'Tuca tuca" nel 1971, durante "Canzonissima", il popolare programma del sabato sera della Rai in bianco e nero, Raffaella Carrà sedusse l'Italia con una canzone ammiccante e trasgressiva per le regole della tv pubblica dell'epoca. Al punto che per continuare a cantare e ballare il "Tuca tuca" fu necessario far intervenire il grande attore Alberto Sordi, che con la sua ironia sdrammatizzò quelle movenze che avevano suscitato tanto clamore. La canzone "Tuca-tuca" fu scritta da Gianni Buoncompagni, il pigmalione di Raffaella, e da Franco Pisano. Il coreografo Don Lurio ideò un ballo a due che consisteva nel toccare prima ginocchia, poi fianchi, poi spalle, poi la fronte dell'altro. Raffaella lo eseguì per la prima volta con il ballerino Enzo Paolo Turchi.
Proprio il ballerino, rimasto in contatto negli anni con la Carrà, ha ricordato l'icona della tv e della musica italiana, scomparsa oggi a 78 anni: "Sono a pezzi, mi dispiace... Ci siamo conosciuti giovanissimi" ha detto emozionato e scosso dalla notizia della scomparsa. "L'ho sentita poco tempo fa, non mi ha detto niente della malattia", ha il ballerino e coreografo al microfono di 'Estate in diretta' su Rai1. Turchi, come detto è stato protagonista con la Raffa nazionale del mitico Tuca tuca. "Era la numero uno nel mondo, come persona, come donna. Ho ricordi stupendi con lei. Mi ricordo una volta, eravamo in Spagna per uno spettacolo: c'era un traffico incredibile, la piazza era piena... Eravamo in macchina... Raffaella ha fermato un signore in vespetta, gli ha chiesto un passaggio ed è andata con lui. È salita sul palco, c'erano diecimila persone ad aspettarla. È stata una grande donna",