Il "caschetto", l'ombelico e le lacrime: così Raffaella ha cambiato la Tv e il costume

A misura di famiglia ma anche idolo della comunità Lgbt, "la" Carrà ha saputo cambiare e innovare di continuo diventando un simbolo. Non solo italiano

Raffaella Carrà: tre volti di un mito

Raffaella Carrà: tre volti di un mito

Il "caschetto biondo" più noto della Tv? No, Raffaella Carrà, morta a 78 anni dopo una malattia affrontata con discrezione assoluta, non è stata soltanto questo. Per anni simbolo di libertà sessuale eppure a misura di famiglia. Mattatrice del piccolo schermo ma anche capace di centellinare le apparizioni. "Nostra signora delle lacrime" eppure spiritosissima. Raffaella è stata capace di costruire una carriera, che di sicuro resterà inimitabile, capace di abbracciare un pubblico trasversale per cultura, generazione, gusto. E di rivoluzionare, in più di un'occasione, la televisione.

Dall'ombelico scoperto e dal "Tuca Tuca" con Alberto Sordi ai fagioli di "Pronto? Raffaella" a quel "Carramba! Che sorpresa" che ha aperto una strada che arriva fino a Maria De Filippi, "la" Carrà ha cambiato giocoforza il linguaggio televisivo e il nostro immaginario. Votata allo spettacolo sin da bambina negli Anni 50, inizia dal cinema fino a lambire Hollywood con il ruolo al fianco di Frank Sinatra in "Il colonnello Von Ryan". Ma è dalla fine del decennio che, con il nuovo taglio biondo platino e l'approdo sulla Rai, inizia la Raffaella-mania. Caschetto biondo, appunto, ed energia contagiosa, diventa coconduttrice e ballerina al fianco dei numi dello spettacolo italiano. Con "Io, Agata e tu"  con Nino Taranto e Nino Ferrer ha imposto per la prima volta un modello di showgirl a tutto campo (danzante, parlante e pure pensante) importato da oltre oceano, qualcosa di mai visto in Italia. Negli Anni 70," Canzonissima" al fianco di Corrado e "Milleluci" con Mina  cristallizzano il suo ruolo e lanciano, definitivamente, una diva. Che annuncia già il sorpasso della televisione sul cinema. Sarebbe stata questione di anni, lei preme sull'acceleratore.

I balli provocanti, la capacità di essere sexy ma non volgare, senza entrare in competizione con il pubblico femminile, la innalzano a simbolo di femminilità. Ma quella della porta accanto. Le stesse caratteristiche che, insieme ai vestiti sgargianti, la faranno poi diventare (proprio come l'amica-collega Mina) un idolo della comunità gay. E' l'epoca dei successi pop, "Fiesta" o "Tanti Auguri" dove "è bello far l'amore" aggirando il conservatorismo Dc. E che la portano anche in lunghe tournée internazionali. Diventa un simbolo nella Spagna franchista (e post franchista) e in Sudamerica. Li conquisterà, poi, anche dal piccolo schermo.

Negli anni 80 cambia marcia, si inventa la Tv di mezzogiorno e fa indovinare agli italiani i fagioli nel vaso. Sembra poco, ma cambia tutto. Il piccolo schermo dilaga anche negli orari inconsueti. Il passaggio fulmineo a Mediaset (con Pippo Baudo, l'alter ego al maschile, ed Enrica Bonaccorti)  anche se non felice non ne intacca il ruolo di angelo del focolare. Perché Raffaella, che mamma non è mai stata (della mancanza di figli - "non sono arrivati" - ha sempre parlato con la solita pudica franchezza e accettazione), riesce a diventare la "mamma" di tutti noi.

Il resto è gloria e fatica: si lancia su Raiidue, ma poi crea le carrambate, riportando milioni di spettatori nelle serate di Raiunio finendo pure sotto il fuoco incrociato delle polemiche: troppe lacrime. Solo che, dopo di lei, lo faranno tutti. Capace di concedersi il lusso di sparire per un po', dedicandosi a se stessa, alla famiglia allargata dell'ex compagno ed eterno complice Sergio Japino (il secondo grande amore dopo Gianni Boncompagni) o magari lasciandosi andare all'affetto del pubblico latinoamericano, Raffaella è stata - diversamente dagli altri "colonnelli" della Tv - un esempio di intelligenza e classe. Per poi però tornare a stupire, anche da giudice di "The Voice", con i guanti rock a mezze dita al fianco del diablo Pelù. Senza età, senza tempo, come il suo look, senza sguaiataggini, sì, ma comunque in grado di far "Rumore".