Oscar, Laura Pausini: l'ansia da prestazione e la dedica speciale

Dopo la nomination con il brano "Io sì (Seen)" la star di Solarolo si racconta

Laura Pausini candidata agli Oscar

Laura Pausini candidata agli Oscar

“Solo l’Italia mi ha conosciuto veramente per come sono, sono orgogliosa di essere italiana”. Laura Pausini non si nasconde, come non ha mai fatto negli ultimi 28 anni. E lo fa anche in occasione di quello che è il maggiore traguardo che un’artista potrebbe immaginare: la nomination agli Oscar. “Invece di sentirmi figa, questo mi fa venire più ansia, perché la gente si aspetta di più da me - afferma la cantautrice di Solarolo, il giorno dopo la nomination agli Oscar con il brano “Io sì (Seen)” per il film “La vita davanti a sé” di Edoardo Ponti -. Questa nomination arriva in un momento particolare, spero porti positività e speranza a tutta Italia”. Già, l’ansia da prestazione. Sembra strano a dirsi di una star di fama mondiale che non fa altro che macinare successi - e oggettivamente da almeno una ventina d’anni sforna album che si fanno ricordare -, eppure il peso del successo sulla spalle di quella che si definisce “disciplinata e determinata come un’atleta” si fa sentire eccome. “I primi anni non capivo perché stesse succedendo tutto questo proprio a me - ricorda Laura Pausini -. Ho sempre l’ansia da prestazione, mi sentivo in colpa ad avere questo successo. Sono nata con questa voce e non credevo fosse eccezionale. Proprio perché sono nata in questo modo mi devo dare da fare su tutto quello che con questa voce posso fare”.

Ansia da prestazione, soprattutto in patria. Il che è un paradosso. Ma fa anche capire molto di una personalità che dall’Italia ha ricevuto e riceve ancora oggi molto e che all’Italia dà lustro, emozioni e un respiro internazionale anche in un momento nel quale proprio di emozioni c’è un gran bisogno. “Ancora oggi quando mi chiama Pippo Baudo ho l’ansia, più di quando ho a che fare con Beyoncé - spiega -. Le star sono persone che hanno un talento. Nei primi dieci anni della mia carriera continuavo a vivere con agitazione l’incontro con le persone famose, oggi sono solo quelle italiane a farmi agitare”. Ora la nomination all’Oscar: “Se lo vinco? Dopo l’Oscar non c’è un altro premio, bisogna che ce lo inventiamo. E’ tutto così grande e io mi sento molto piccola in un momento così difficile come quello attuale”. E Sophia Loren ed Edoardo Ponti? “Li ho sentiti subito dopo la nomination - racconta la cantautrice -. Sono piena di riconoscenza  nei loro confronti, perché mi hanno scelto loro. Mi ha scelta lei affinché la canzone proseguisse il messaggio che dà lei nel film”.

Non poteva mancare una dedica speciale: “Non ho mai neanche sognato di fare Sanremo, sono di Solarolo e credevo che chi è nato in un paese non sarebbe mai andato a Sanremo. Devo tutto a mio padre, questa nomination la dedico a lui. Ha fatto tanto, ha lavorato anche con Raoul Casadei che ricorderemo per sempre. Io non ho avuto un padre che mi ha detto che dovevo cantare, mi ha aspettato, ha aspettato la mia voce”. E di sicuro la notte tra il 25 e il 26 aprile, quando a Los Angeles saranno consegnate le statuette degli Oscar, la telefonata della mamma Gianna sarà probabilmente la solita: “Di solito dopo ogni esibizione ci sentiamo e mi dice “Trucco e capelli bene, parlato medio. Hai detto troppe parolacce. Per il canto dice babbo. Per me sei stata bravissima”. E in effetti per tutta Italia Laura, non la Pausini ma Laura, è stata davvero bravissima. E quella notte, indipendentemente dalla statuetta, lei sarà comunque da Oscar.