Marco Mengoni, il monologo a San Siro: "Sui social proiettili verbali"

Il cantautore di Ronciglione: conto fino a venti prima di parlare

Marco Mengoni in concerto a San Siro

Marco Mengoni in concerto a San Siro

No stress, no no no". Nella serata in cui Milano ha consacrato il ritorno in grande stile ai live di Marco Mengoni, con uno stadio San Siro strabordante ed euforico, il cantautore di Ronciglione ha portato sul palco successi vecchi e nuovi, come "No stress" appunto, ma ha anche fatto riflettere il pubblico. Con un monologo su un tema particolarmente sentito: le parole e gli insulti sui social network. "Dipende da chi dice una parola e da come la dice, ma quella che a me fa più male è indifferenza. Anche razzismo. Ho pensato alla parola, al come porsi all’altro, soprattutto dopo questi due anni. Ho cercato quelle parole che vorrei togliere dal vocabolario perché sono collegate a gesti e atti. L’idea è arrivata dopo aver visto un’intervista in cui Goran Bregovic diceva che nella sua lingua la parola tolleranza non esiste. Io conto non fino a dieci, ma fino a venti prima di parlare. Sui social invece c’è la tendenza a sparare proiettili verbali che arrivano alla sensibilità degli altri". "L’esperienza dovrebbe impedirci di infliggere a qualcuno la sofferenza che abbiamo subito. Mi sa che la vita è solo tempo per provare a capirci qualcosa. Io non so se sono a buon punto, ma per la prima volta non mi fa paura".