Leo Gassmann in concerto all'Arci Bellezza. "In questo album c'è tutte me stesso"

Il giovane artista parla della musica, dopo la laurea da poco ottenuta, e del rapporto con il padre Alessandro che "ogni tanto sui social ne combina una delle sue"

Leo Gassmann in studio di registrazione

Leo Gassmann in studio di registrazione

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Nonostante quel cognome-macigno che porta sulle spalle, Leo Gassmann prova a vivere con leggerezza il suo essere artista. Leo, anzi “Pippo” per papà Alessandro, è in concerto domani all’Arci Bellezza per dare voce ai suoi due ultimi singoli “La mia libertà” e “Lunedì”, ma anche ritrovare i modi e i tempi del live nell’attesa di dare alle stampe il successore di “Strike”, album d’esordio che ha superato gli 11 milioni di streaming. "L’ho finito agli inizi di settembre dopo due anni di lavoro in studio" racconta il nipote ventitreenne del monumento Vittorio, che proprio il mese scorso avrebbe compiuto cento anni. "L’ho registrato, infatti, tra un esame e l’altro alla John Cabot University di Roma, ma ora che sono laureato posso concentrarmi sulla musica. Ecco perché lo considero il mio primo vero album; quello in cui ho messo tutto me stesso, perché ho capito che la musica va trattata con i guanti".

Che disco è?

"Si tratta di un concept album improntato sul concetto di fiaba, con collaborazioni importanti che ne fanno un progetto veramente collettivo. S’intitola ‘La strada per Agartha’. Avevo pensato di pubblicarlo a primavera, poi, però, ho preferito rifinirlo con calma".

Qual è la storia?

"Si tratta di un dialogo con la mia coscienza, interpretata dalla voce di Massimo Dapporto, lungo una strada che, con la guida di altri artisti, mi porta alla scoperta della bellezza della musica".

Ha realizzato il video de “La mia libertà” montando filmati della sua infanzia. Perchè?

"L’ho fatto perché il concetto di libertà mi scatena dentro ricordi di bambino. Per recuperare tutto quel materiale ho dovuto girare l’Italia e i luoghi in cui sono cresciuto alla ricerca di parenti, amici e conoscenti. Alla fine, è stato abbastanza naturale dedicarlo ai bambini che scappano dalle bombe e si vedono negare la gioventù".

Non è il suo solo disco che ha in cantiere.

"C’è pure un ep, inciso oltre Manica con la band londinese Will and the People".

Dopo l’uscita di papà sulla Regina l’ha chiamata qualcuno?

"No. Anche se sui social papà ogni tanto ne combina qualcuna delle sue…".

Pensa che se l’anno dopo la vittoria fra le Nuove Proposte di Sanremo 2020 Amadeus le avesse concesso un posto in gara da big la sua carriera sarebbe cambiata?

"Sicuramente, sì. Perché avrei avuto meno tempo per lavorare con calma alle mie cose e tutto avrebbe preso un’altra velocità. Siccome penso che la bellezza delle cose stia pure nel percorso che si fa per raggiungerle, mi vien da dire: meglio così".