Mahmood e Blanco: "Noi, fragili e felici, abbiamo ancora i Brividi"

Ale e Ricky, Alessandro Mahmood e Riccardo Fabbriconi, alfieri di una pattuglia lombarda che ha fatto scintille a Sanremo

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Milano - "Lo so che davanti alle telecamere sono sembrato un ‘babbo’ (babbione - ndr), ma davanti a Elisa e a Gianni Morandi, che fai? Ti metti ad esultare? Sembrava tutto un po’ surreale" racconta Mahmood a mente fredda tornando al momento in cui, sabato sera, s’è ritrovato sul gradino più alto del Festival di Sanremo assieme a Blanco. "Abbiamo realizzato di aver vinto solo una volta tornati nella green room. Ci siamo guardati dicendo ‘ma che, davvero?’ e abbiamo iniziato ad urlare come pazzi". Milanese l’uno, bresciano l’altro, “Ale” e “Ricky”, Alessandro Mahmoud e Riccardo Fabbriconi, hanno vinto a furor di popolo, sommando al televoto nella sfida finale più preferenze di quelle incamerate da Elisa e Gianni Morandi messi assieme. Sono loro gli alfieri di una pattuglia lombarda, impreziosita pure dalle presenze di Dargen D’Amico, Rkomi, Tananai e Le Vibrazioni, che al Festival ha fatto decisamente bene.

Alessandro, per lei è la secondo trionfo in quattro anni.

Mahmood: "Quando Amadeus ha pronunciato il nostro nome, la prima cosa che mi sono detto è stata: non devo fare la faccia esterrefatta (il termine non è esattamente questo - ndr) dell’altra volta".

C’è riuscito.

Mahmood: "Sì, ma siamo entrambi da poco nel ‘game’, quindi, un po’ di shock è comprensibile". Blanco: "A Sanremo avevamo l’albergo assediato. C’era nell’aria molto amore che ci sentiamo in dovere di ricambiare. Pensiamo di averlo fatto".

“Brividi” ha avuto una gestazione lunga.

Mahmood: "Ci abbiamo messo sei mesi a scriverla, le cose belle hanno tempi lunghi. Tutto è accaduto per caso, dal nostro incontro nello studio di registrazione a quando abbiamo sentito quel ritornello. Poi, per tre mesi non ci siamo visti e ognuno ha avuto modo di lavorare per conto suo, io in Sardegna e lui a casa sua. Quando ci siamo rivisti, è venuto subito fuori un certo feeling".

Cosa ci avete messo dentro?

Blanco: "Le sensazioni di quei momenti in cui le emozioni ci rivelano per quello che siamo veramente. ‘Brividi’ racconta, infatti, uno stato d’animo che riesco ad esprimere solo cantando e urlando. È un incrocio di vite: la mia, quella di Mahmood, ma anche quelle di tutti, perché ad ogni età i sentimenti ci rendono fragili e felici nello stesso momento".

I vostri genitori come hanno reagito?

Mahmood: "Mia madre voleva venire in teatro venerdì e sabato, ma per la finalissima erano finiti i biglietti, così è stata in sala solo la sera delle cover. Mi ha visto vincere in tv. Sabato notte, quando sono rientrato in albergo, l’ho trovata in lacrime per la felicità. Poi domenica mattina, mentre facevamo colazione, è scoppiata a piangere di nuovo".