Occupied
Quando la realtà supera l'immaginazione o quando l'immaginazione anticipa il futuro. Nella storia non sono tanti i casi in cui la fantasia umana, tradotta in romanzi o film, preconizza piuttosto fedelmente quanto avverrà in un avvenire più o meno prossimo. Un caso è quello della serie tv "Occupied", la più grande produzione norvegese di sempre, trasmessa anche da Netflix, che sembra ispirata ai fatti di cronaca attuali, specialmente ora che Mosca minaccia la Scandinavia. Invece risale al 2015.
Basata sull'idea originale dallo scrittore Jo Nesbø, la serie diretta da Erik Skjoldbjærg si sviluppa in tre stagioni (la terza in Italia non è stata ancora trasmessa) e ipotizza un'invasione della Norvegia da parte dell'autoritaria Russia con l'Unione Europea incapace di fermare Mosca. Anzi, proprio l'opposto. Vi dice nulla? Insomma, cambia solo il paese aggredito che è sempre confinante ma non è l'Ucraina.
A completare il quadro, nella finzione come nella realtà, la crisi energetica e climatica che minaccia gli equilibri socio-economici planetari e le immancabili turbolenze mediorientali. Se Kiev paga le sue aspirazioni liberdemocratiche, nel film Oslo diventa il bersaglio di Mosca per via delle innovative politiche energetiche che puntano all'abbandono del combustibile fossile. Senza dilungarci sulla trama e sugli aritifici della sceneggiatura, sorprende constatare la medesima rapidità del raid militare russo e la riluttanza dell'Occidente - complice di Mosca prima che la situazione sfugga di mano - a intervenire concretamente nel conflitto, con il premier norvegese che viene addirittura rapito e la sua terra che finisce sotto l'occupazione russa. Non mancano riferimenti alla corruzione e ai potenti oligarchi russi in un gioco di potere che riporta il primo ministro norvegese sulla poltrona più importante ma con prospettive ben diverse. Bisognerà aspettare la terza serie per capire come finirà.