GionnyScandal: "Il pop punk? Mi rende felice"

Il suo “Anti“ è un album che rivendica l’essere fuori dal tempo come un merito

GionnyScandal

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Milano, 5 maggio 2021 - Orgogliosamente démodé. “Il ‘pop punk’ non è più sul mercato dal 2000, quindi disco più anticommerciale di questo non c’è” rivendica GionnyScandal (sì, tutto d’un fiato, anche se all’anagrafe si chiama Gionata Ruggieri) a proposito del titolo “Anti” scelto per tornare sulle scene con un album che rivendica l’essere fuori dal tempo come un merito. “I ragazzi sono ribelli, ma ignorano quella che è stata storicamente la forza destabilizzante del punk e pensano che la ribellione sia nella trap. Io provo solo ad aprire loro gli occhi”. Parole di verità che, in bocca ad a un (tatuatissimo) campione dell’emo-trap come lui, manifestano una gran voglia di cambiamento. “In fondo sono cresciuto con i Green Day, Sum 41, e già nel 2009 avevo una band pop punk” dice.

Com’è avvenuta questa folgorazione sulla via dei Blink-182?  

"L’idea era quella di pubblicare un secondo capitolo del predecessore ‘Black Mood’, ma non ero troppo convinto di quello che stavo facendo. Così, mentre lavoravo ad un brano, ho pensato assieme al mio produttore di reinventarlo in chiave pop-punk. L’esperimento è riuscito e da quel momento la realizzazione di ‘Anti’ ha preso un altro passo”.

Tutto senza ripudiare la trap.

“Certo, anche se durante il lockdown ho capito che, per stare bene, dobbiamo fare la musica che ci rende felici. E a me è il pop punk a rendermi felice. Si capisce bene dai singoli ‘Salvami’, in cui parlo delle mie crisi di panico, e ‘Coca & whisky’ con cui ho voluto offrire i primi assaggi dell’album”.

Nel disco c’è un solo ospite, ma di peso. Pierre Bouvier dei Simple Plan.

“Quando si dice un sogno realizzato. Avevo in camera il suo poster già da bambino. E, come un adolescente, quando ho pensato che per dare credibilità ad un lavoro così avrei dovuto avere ospite una grossa figura del pop punk ho pensato di scrivergli chiedendo se voleva fare un pezzo con me”.

Speranze poche.

“No, proprio zero. E invece, dopo una ventina di giorni, mi ha risposto ‘ok, facciamolo’. Lì per lì ho pensato di aver sbagliato indirizzo e dall’altra parte qualcuno stava facendomi uno scherzo. Poi ho capito che era proprio lui e gli ho mandato ‘Nicotina’ senza ritornelli. Poi ci siamo videochiamati e abbiamo completato il pezzo”.

A cos’altro può sperare ora?

“Il sogno dei sogni sarebbe quello di ospitarlo al mio live all’Alcatraz del 10 febbraio prossimo, perché cantare assieme sul palco in cui l’ho visto con i Simple Plan sarebbe il massimo”.