Milano, Fatboy Slim torna in console

Al Fabrique arriva Norman Cook da più di 35 anni in pista tra collaborazioni con Madonna, David Byrne e Iggy Pop

Fatboy Slim

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Deve essere paradossale per un dj lavorare ad un disco senza avere un pubblico da far ballare come accaduto lo scorso anno a Fatboy Slim con la compilation “Back to Mine”, trentunesimo capitolo della celebre collana elettrodance varata nel ‘99. Ma la musica, come dice lui, è molto più di una colonna sonora della nostra vita perché "la segue passo dopo passo, diventandone parte" e questo ha reso “Back to Mine”, assieme ai mixtape prodotti settimanalmente per i fans, un lascito del lockdown.

"Mi sono sentito per alcune settimane un coniglio nella notte abbagliato dai fari" ammette Fatboy, anzi Quentin Leo Cook come si chiama all’anagrafe di quella Bromley dov’è nato 58 anni fa, in arrivo venerdì prossimo sulla console del Fabrique. "È stato un dono del cielo per me godermi un’estate in famiglia, perché di solito è il mio periodo dell’anno più impegnato e non ho tempo da passare coi figli" prosegue Cook che nel locale di via Fantoli dividerà le glorie del suo dj set con Ralf. "O almeno, questa è stata la consolazione che mi sono dato per superare l’angoscia di non aver più in agenda un concerto ogni due weekend, com’è accaduto per trent’anni. Vivere a Brighton, lontano dalle ansie metropolitane, componendo puzzle con i miei ragazzi, ha finito per allentare la tensione, regalandomi quel lungo periodo di vacanza che m’ero sempre ripromesso di prendermi". Personalità complessa quella dell’eroe di “Praise you”; a casa è semplicemente Quentin, ma quando lavora in studio diventa Norman Cook e poi sulla scena Fatboy Slim.

Ed è Fatboy ad aver vinto un Grammy, due Brit Awards, ad aver collaborato ad “Here Lies Love”, il musical di David Byrne su Imelda Marcos, ad aver portato 250 mila fans sottopalco a Brighton nel 2002 e quasi mezzo milione a Copacabana nel 2004. Dopo 14 mesi di silenzio, Cook è tornato alla musica live lo scorso maggio a Liverpool. "È stato strano ed emozionante ritrovare tutti quei vecchi amici, tutti quei colleghi, una folla eccitata" ricorda Cook. "L’atmosfera era elettrica e la cosa strana stata scoprire che nel ‘rituale’ non c’era alcuna incertezza, alcuna ruggine; un po’ come riprendere con un vecchio amico la conversazione interrotta l’anno prima. La musica è un grande conforto e un sollievo nei momenti di stress".