Documentario Kobe Bryant, il compositore: "Così ho messo le emozioni in musica"

Matteo Curallo, guru della musica nel cinema, racconta l'avventura di "Kobe-Una storia italiana" su Amazon Prime

Matteo Curallo (Foto Andrea Simone)

Matteo Curallo (Foto Andrea Simone)

Quando ci si trova di fronte a un monumento del calibro di Kobe Bryant, la deferenza è inevitabile. E con essa arriva anche una sorta di senso di inadeguatezza. Per avvicinarsi alla vita del più grande non può che servire un altro grande. Matteo Curallo è stato produttore artistico e co-autore della colonna sonora di "The Place", film di Paolo Genovese, con la quale è stato candidato nel 2018 ai David di Donatello e ai Nastri D’Argento come "Miglior canzone originale". Prima sono arrivate la colonna sonora della serie tv "Donne", quella di "Caravaggio, l'anima e il sangue", quella del documentario "Marta, il delitto della Sapienza", ma anche numosi brani come "Nelle tue mani" per Andrea Bocelli e "Return to love", duetto con Ellie Goulding. E non sono neppure mancate le pubblicità, come quelle di Heineken, Ferrero, Natuzzi, Italotreno, Bulgari. Oltre a "Puffins", con Johnny Depp voce protagonista, in cui ha lavorato come sound & music supervisor e co-autore delle musiche. La vita di Matteo Curallo è fatta di musica, di suoni, di sensazioni ed emozioni raccontate attraverso le note. . E anche in "Kobe-Una storia italiana" la musica è centrale. Dai brani che hanno caratterizzato il panorama musicale dal 1984 al 1991, periodo in cui il Black Mamba ha vissuto in Italia, sino ai due inediti "Infallibile" e "Mamba", prodotte da Matteo Curallo e Filippo Scandroglio, mixate da Andrea Autunno, masterizzate da Eleven Mastering e interpretate da Danomay, la colonna sonora prende per mano lo spettatore e lo accompagna in un vero viaggio nel mondo della stella del basket prima che diventasse una vera icona mondiale.  Matteo Curallo, adesso che il documentario è uscito come si sente? "Sono molto contento, lo siamo tutti. Questo è stato un lavoro fatto un po' velocemente, ma con grande passione. Kobe è stato un personaggio pazzesco ed è stato molto potente, per questo non era facile renderlo". Come vi siete avvicinati a questo documentario? "L’aiuto era la collocazione temporale dal 1984 al 1991 in cui Kobe Bryant è stato in Italia e con Jesus (il regista Garcés Lambert, ndr) abbiamo subito pensato alla musica di quegli anni. Poi ci sono anche parti un po’ funk e un po’ blues, anche perché i Bryant erano un po’ come alieni in quella parte d’Italia. E poi ci sono le due canzoni inedite. La colonna sonora tiene il ritmo di parte sportiva e parte emotiva. Il periodo in Italia per Kobe è stato molto gioioso, poi le lacrime scendono sia per la genuinità di chi racconta Kobe sia per la verità di Kobe che racconta quel periodo. Un grande aiuto ci è stato dato da Danomay, abbiamo lavorato incastonando un po’ i suoi testi sulla drammaturgia".

La locandina di "Kobe-Una storia italiana"
La locandina di "Kobe-Una storia italiana"