De Sica sui social: pubblicano cene, yacht, feste. Possibile essere così cafoni?

L'attore, per anni interprete dell'italiano medio gretto e burino, contro chi ostenta cibo, auto, vacanze "magari pagate con buffi"

Set cinematografico in piazza Duomo a Milano

Set cinematografico in piazza Duomo a Milano

"Ma certe persone non si sono rotte le palle di pubblicare quello che mangiano, mentre ballano abbracciati e poi si odiano, le panoramiche delle discoteche tutte uguali, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo i tuffi?".  A scriverlo è Christian De Sica in una storia su instagram. E poi aggiunge: "Ma possibile essere diventati così cafoni?". E detto da uno che con i suoi cinepanettoni ha fatto del personaggio cafone, burino e arrogante un must, la riflessione diventa interessante.

 Personaggi pregevolmente interpretati da  De Sica, che spesso si è lasciato andare anche in ruoli in cui esaltava la figura dell'italiano medio o di uomini abbienti e dall'aspetto raffinato, salvo poi tirare fuori le loro doti di improbabili tombeur de femme di provincia o, nella peggiore delle ipotesi, di chiassosi e indisciplinati, appunto, cafoni. La cosa funzionava e si rideva, forse riconoscendosi anche un po'in certi personaggi e, nel proprio intimo, vergognandosi

Christian De Sica ha saputo dare uno sguardo autentico alle croci (più che alle delizie) dei costumi italiani, dando una maschera a certi soggetti. Ma questo nel grande schermo. La vita reale, si sa, è tutt'altra cosa. E capita, quindi, che l'ostentazione volgare di certi atteggiamenti, ascrivibile al contesto della «cafoneria», possa arrivare a essere stomachevole se non, addirittura, intollerabile. Ed è stato proprio il buon De  Sica a scagliarsi contro tutto ciò, con una storia ui suoi social. "Ma certe persone non si sono rotte le palle di pubblicare quello che mangiano, mentre ballano abbracciati e poi si odiano, le panoramiche nelle discoteche tutte uguali, i tuffi dai motoscafi di lusso comprati facendo i buffi (presumibilmente, De Sica si riferiva all'espressione romanesca con cui si intendono i debiti, ndr). E basta. Ma possibile essere diventati così cafoni?".

I suoi personaggi facevano ridere perché erano surreali seppur veritieri, quelli descritti in questo sfogo - anche se non si sa a chi si riferisse nello specifico - invece, sono tristemente reali, e non fanno ridere per nulla. De Sica  ha sottolineato ciò che è diventato così ovvio e presente davanti ai nostri occhi che quasi non ce ne accorgiamo più. I fotografi da pietanze che mettono in pausa la fame per una posa acchiappa like, l'ipocrisia dilagante mascherata da affetto solo per darsi un tono sul web, il conformismo, l'ostentazione di un'abbondanza che si finge di avere, quando in realtà è finanziata da altri: questa è la vera cafoneria, banale e stucchevole, seppur patinata. Una cafoneria tristemente contemporanea.