Dipinto di David Bowie trovato in discarica battuto all'asta per 100mila dollari

La tela, acquistata per 5 dollari a un banco di beneficienza, fa parte di una serie di 47 dipinti creati tra il 1995 e il 1997, chiamati “Dead Heads"

David Bowie, l'indimenticabile Duca Bianco, era anche un pittore

David Bowie, l'indimenticabile Duca Bianco, era anche un pittore

Toronto - Una tela dipinta dal “Duca bianco“, la popstar inglese David Bowie, che era stata ritrovata di recente in una discarica in Canada, è stata battuta all’asta per 108.120 dollari canadesi (circa 73.000 euro) dalla casa Cowley Abbott di Toronto. La provenienza del dipinto, intitolato “DHead XLVI”, è stata ulteriormente autenticata da Andy Peters, collezionista di autografi di Bowie dal 1978. Il dipinto era stato acquistato per 5 dollari canadesi da un privato ad una vendita di beneficenza. Secondo la casa d’aste il dipinto è stato scoperto da una donna, che intende rimanere anonima, in un centro di raccolta di cose usate fuori dalla discarica municipale di Machar, a circa 300 km a nord di Toronto. La tela riporta anche il nome di Bowie, la data 1997 e un’etichetta con descrizione del dipinto come “acrilico e collage di computer su tela”. 

“DHead XLVI” fa parte di una serie di 47 dipinti creati tra il 1995 e il 1997, chiamati “Dead Heads” o “D Head”. A causa della numerazione del dipinto, l’opera sarebbe la penultima della serie. Cowley Abbot ha ricordato che i dipinti della serie “Dead Heads” sono ritratti di musicisti, amici, conoscenti e, in alcuni casi, autoritratti. “Con i capelli lunghi e un profilo tagliente, questo ritratto energico ed enigmatico è davvero una rappresentazione insolita di un artista celebre”, spiegano alla casa d’aste.

David Bowie nacque a Brixton, sobborgo sud di Londra, l’8 gennaio 1947. La madre, Margaret Mary Burns, detta “Peggy”, era cassiera presso un cinema, mentre il padre, Haywood Stenton Jones, era un ex militare da poco ritornato dal fronte che in seguito diventò direttore del carcere di Bromley. All’età di sei anni si trasferì con la famiglia dalla casa natale di Stansfield Road 42 in una nuova abitazione a Bromley, altro sobborgo a sud di Londra, dove cominciò da subito a mostrare interesse per la musica che giungeva dagli Stati Uniti.

Il 19 novembre 2015, Bowie ha lanciato il suo ultimo singolo Blackstar, il primo estratto dall’album omonimo e, successivamente, Lazarus, anch’esso accompagnato da un video musicale trasmesso in rete tre giorni prima della morte. Con lo stesso titolo il 12 dicembre ha debuttato l’omonimo musical scritto e prodotto per Broadway da Robert Fox, per la cui prima teatrale Bowie ha presenziato, compiendo la sua ultima apparizione pubblica. L’8 gennaio 2016, giorno del suo 69º compleanno, uscì l’album in studio Blackstar. Due giorni dopo, nella notte tra il 10 e l’11 gennaio, il cantante morì in una località non nota ma presumibilmente in una clinica oncologica di New York, dove si ipotizza che si sia avvalso di una programmata pratica di eutanasia a causa dell’irrimediabile aggravarsi di un tumore al fegato, contro il quale ha combattuto segretamente per circa 18 mesi. 

Pur non essendo le sue attività principali, Bowie si dedicò anche alla pittura e al cinema, lavorando come attore con registi come Martin Scorsese, David Lynch e Christopher Nolan. Tra i vari film in cui recitò, vi sono L’uomo che cadde sulla Terra, Furyo, Miriam si sveglia a mezzanotte, Absolute Beginners, Labyrinth, Basquiat e The Prestige. Nel 1976 Bowie si trasferì in Svizzera, acquistando una grande villa a Blonay, sulle colline vicine a Montreaux, sul Lago di Ginevra, dove il suo consumo di cocaina incrementò ulteriormente minacciando seriamente la sua salute.  Determinato a disintossicarsi e per distrarsi dallo stress dell’ambiente musicale, Bowie iniziò a dipingere producendo svariate opere post-moderniste.

Prese anche l’abitudine di portarsi in tour un blocco degli schizzi per disegnare quando si sentiva ispirato e iniziò a fotografare qualsiasi cosa colpisse la sua immaginazione. Il suo interesse verso la pittura crebbe notevolmente tanto da visitare le maggiori mostre europee e visitò anche molte gallerie d’arte a Ginevra, il Brücke-Museum di Berlino e divenne, nelle parole del biografo Christopher Sandford, «un prolifico produttore e collezionista d’arte contemporanea»; i suoi quadri furono esposti in molte mostre personali e alcuni acquistati da musei britannici e statunitensi. Attraverso il proprio sito internet Bowieart.com, si impegnò anche nel promuovere e favorire la visibilità di opere di giovani artisti.