Britney Spears, per il giudice deve restare sotto tutela del padre padrone

La popstar aveva raccontato in udienza i suoi 13 anni senza libertà. Ma sembra che il tribunale non voglia cambiare le cose

Una sagoma di Britney Spears realizzata dai suoi sostenitori

Una sagoma di Britney Spears realizzata dai suoi sostenitori

Un'altra sconfitta per Britney Spears e per il movimenti #freebritney. Il tribunale di Los Angeles ha respinto la richiesta della cantante di liberarla dalla tutela legale del padre-padrone. Emerge da alcuni documenti depositati in tribunale e riportati dai media americani. In realtà non si tratta di una risposta alle accuse fatte da Britney la scorsa settimana, quando per la prima volta aveva deciso di parlare, rilasciando dichiarazioni molto forti contro il padre Jamie Spears che ormai da anni gestisce ogni aspetto della sua esistenza: non solo i conti, ma anche le scelte sulle esibizioni e addirittura l'impedimento ad avere altri figli. Il giudice infatti non può esprimersi sulle rivelazioni fatte dalla popstar a meno che i suoi avvocati non scelgano di presentare un appello formale per rimuovere la tutela del padre.

I documenti depositati hanno come scopo quello di approvare la società Bessemer Trust come co-conservator, allo scopo di affiancare Jamie Spears nella tutela legale. Sono stati l'occasione per esprimere la posizione del giudice che sembra intenzionato a mantenere lo status quo. La cantante rimarrà quindi sottoposta al controllo di suo padre che gestisce le sue finanze e la vita privata.

Da 13 anni Britney Spears è sottoposta alla conservatorship, una legge statunitense che prevede, in caso di limitazioni fisiche o mentali, la nomina di un protettore da parte di un giudice per gestire la vita quotidiana e gli affari di una persona. Una scelta che aveva coinciso con alcune gravi crisi personali dell'artista, momenti di crollo che avevano fatto (anche) il giro dei social a livello globale. Nell'ultima udienza la popstar si era detta sconvolta dalla sua esistenza. "Tutto ciò che mi succedeva doveva essere approvato da mio padre - ha spiegato la popstar - e lui amava il controllo di poter ferire sua figlia al 100.000 per cento. Lavoravo sette giorni su sette, niente giorni liberi, in California l`unica cosa simile è chiamata traffico sessuale. Far lavorare qualcuno contro la propria volontà, togliergli ogni cosa - carte di credito, contanti, telefono, passaporto -, e metterlo in una casa controllato da altre persone. Vivevano tutti con me, le infermiere, la security 24 ore su 24. Mi guardavano mentre mi cambiavo ogni giorno, nuda, mattino pranzo e sera. Non avevo privacy".

Soprattutto Britney ha raccontato che "non posso sposarmi o avere un figlio. Ho una spirale, così non resto incinta. Volevo toglierla, per poter provare ad avere un altro figlio, ma questo "team" non mi fa andare dal medico a toglierla perché non vogliono che abbia altri figli. Merito di avere una vita. Ho lavorato per tutta la vita. E sono stanca di sentirmi sola". Una relazione opprimente o, per dirla con il titolo di un grande successod ella popstar, "Toxic". E che ha sollevato un movimento d'opinione a suo favore. Che però non sembra bastare a farle riottenere l'indipendenza.