Branduardi: "Riprendo il cammino da Hildegarda. Dov’eravamo rimasti a febbraio 2020"

L'artista al Dal Verme con la tappa congelata da due anni. "Ma nulla sarà risparmiato al pubblico"

Angelo Branduardi domani approda al Dal Verme

Angelo Branduardi domani approda al Dal Verme

Milano - «Quando si è comincia to a rimandare i concerti non sono più riuscito a toccare strumento, né ad ascoltare la mia musica preferita", ammette Angelo Branduardi, che domani approda al Dal Verme per recuperare la tappa milanese del tour de “Il Cammino dell’Anima”, congelata ormai da due anni. "Pensavo di essere il solo a provare questo vuoto e invece ho poi scoperto che si trattava di una sensazione diffusa tra i musicisti". Al suo fianco Fabio Valdemarin, tastiere, Antonello D’Urso, chitarre, Stefano Olivato, basso, e Davide Ragazzoni alla batteria.

Lo spettacolo è in due parti. "Anche se non diviso in due tempi. All’inizio propongo “Il cammino dell’anima“, la suite che ho scritto su musica e parole di Hildegard von Bingen, e poi ci metto di tutto. Nulla sarà risparmiato allo spettatore".

Com’è recepito questo suo slancio verso le composizioni della badessa renana? "Bene. Suonare Hildegarda è un’esperienza che avevamo iniziato, con successo, a Bergamo nel febbraio del 2020. Immediatamente prima che tutto si fermasse. Non è musica facilissima da suonare e da ascoltare, ma basta concentrarsi per entrare nel progetto. Per fare opera di divulgazione, mi sono avvicinato alle cose più “moderne“ della von Bingen, vissuta nel XII Secolo, pescando soprattutto nel suo “Ordo Virtutum“ perché è quello più vicino all’idea di disco che avevo in mente”.

Nel repertorio c’è pure il “Kyrie Eleison” che ha tratto dalla Missa Luba? "Certo. Un brano in sol minore, tonalità quindi triste come tutte quelle minori. L’ho inciso pensando di alzare un grido, ma, come ultimo accordo, al posto del sol minore ne ho messo uno maggiore per infondere un senso di speranza. Quando l’eseguo, noto che l’ascoltatore coglie soprattutto quell’ultimo accordo; quindi, invece dell’invettiva che pensavo di aver scritto, questo mio Kyrie diventa uno slancio verso il futuro".

Qual è la musica sua che la gente si porta nel cuore? "Hildegarda a parte, ovviamente, un po’ tutta. “Alla fiera dell’Est“, ad esempio, la cantano i bambini a scuola senza sapere chi è Branduardi. Questo significa che non mi appartiene più, ma è diventata patrimonio popolare e la cosa mi garantisce, già da ora, un pizzico d’immortalità. Per uno che non fa rock’n’roll come me, vedere la gente che s’alza in piedi e balla è una grande soddisfazione".

Brani inediti? "No. Ma alcuni fatti dal vivo molto raramente come “Lord Franklin“, ballata popolare inglese del ’700 che parla dei marinai partiti alla ricerca del Passaggio a Nord Ovest e mai tornati".