Bloom, il locale di Mezzago che "battezzò" i Nirvana: "Se chiudiamo, è crisi di settore"

Da qui sono passati Green Day e Sepultura tra i tanti. Una realtà campione di resilienza tra bollette e lockdown

I Nirvana al Bloom di Mezzago

I Nirvana al Bloom di Mezzago

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Mezzago (Monza), 3 ottobre 2022 - Dal suo palco sono passati i Nirvana, prima del successo planetario e subito dopo l’esplosione con “Nevermind”, in due serate entrate ormai nella leggenda. E poi i Green Day, i Sepultura, gli Afterhours ben prima della fama, i Subsonica, Cristina Donà, Vinicio Capossela. Il Bloom rappresenta da 35 anni uno dei punti di riferimento in Italia per il meglio della musica indipendente internazionale e della cultura alternativa: un po’ club per concerti, un po’ cinema di qualità, un po’ luogo di incontri, ma anche sede di corsi di ogni tipo.

Negli ultimi due anni, per superare le difficoltà legate a pandemia e chiusure, si sono inventati i concerti in streaming direttamente da casa degli artisti, hanno creato con una decina di cinema il portale www.1895.cloud che mette a disposizione on demand film d’autore e sperimentali, hanno attivato uno shop online in cui acquistare le celebri “magliette col fulmine”, dischi di etichette indipendenti, libri, gadget, oltre a un servizio di cucina d’asporto. Ora devono fare i conti con i rincari dell’energia, che per chi utilizza amplificatori, proiettori e una cucina è un problema non da poco. 

"È importante accendere una luce su queste situazioni - spiega Matteo Motta, responsabile programmazione -. Dopo la pandemia pensavamo di avere vita più facile e invece non è così: c’è stata una piccola finestra tra febbraio e giugno, in cui abbiamo ripreso con tutte le attività e le cose andavano bene, la gente aveva voglia di tornare sotto il palco. Ma i costi per gli spettacoli sono aumentati e questo non aiuta. Ora con anche il rincaro dell’energia non è semplice: non abbiamo ancora fatto il punto, ma parlando con altre realtà in qualche caso i conti sono raddoppiati se non triplicati".

Sul fronte bollette "di aiuti non ne abbiamo ancora visti. Erano arrivati per la pandemia, e sicuramente arriveranno anche ora, o almeno me lo auguro". Intanto "abbiamo riaperto da 2 settimane, sta funzionando - racconta -. A fine dicembre avremo un quadro più chiaro e bisognerà vedere se non ci saranno nuove restrizioni per il Covid: già ci siamo salvati per il rotto della cuffia in questi due anni, coi costi attuali è assolutamente infattibile pensare a restrizioni di pubblico". Non solo. "Un fattore che ci mette i bastoni tra le ruote è che le agenzie hanno alzato i prezzi per l’ingaggio degli artisti - continua Motta -. Ma se chiudono realtà come il Bloom è tutto il settore che va in crisi. La cosa positiva è che molte band straniere vogliono tornare a suonare in Italia: abbiamo tanti gruppi in arrivo dall’estero, ad esempio gli Unida e i Come".