Mediaset e lo "strano caso" Barbara D'Urso: da onnipresente a (quasi) epurata

La conduttrice come il calciatore Alessandro Del Piero con la Juventus: simboli dell'ingratitudine di un'azienda

E' strappo fra Barbara D'Urso e Piersilvio Berlusconi

E' strappo fra Barbara D'Urso e Piersilvio Berlusconi

Barbara D'Urso è (televisivamente) "morta", viva Barbara D'Urso. Negli ultimi giorni si sta assistendo sul web a un fenomeno particolare, ovvero a una sorta di beatificazione della conduttrice. Se sino soltanto a pochi mesi fa tutta Italia invocava la chiusura di tutti i suoi programmi - che regolarmente venivano visti perlomeno da un paio di milioni di spettatori a ogni puntata -, oggi a colpire è proprio il colpo di scure dato da Mediaset su tutti i suoi programmi. Un colpo di scure fisiologico, certo, ma che comunque non può che lasciare attoniti nei modi. Mediaset non ha brillato per delicatezza nella comunicazione e lascia perplessi la soluzione adottata per sostituirla. Un volto noto, quello di Silvia Toffanin, la cui nicchia è il sabato pomeriggio e difficilmente con le sue "interviste a cuore aperto" - nell'ultima stagione sempre uguali e sempre ai medesimi personaggio - potrebbe contrastare lo strapotere di Raiuno la domenica, e uno noto ma non particolarmente amato dal grande pubblico - i risultati nelle precedenti apparizioni tv lo dimostrano - ovvero quello di Anna Tatangelo. Una soluzione che sa di qualcosa di rabberciato, un esperimento come lo ha definito lo stesso Piersilvio Berlusconi (quel "Poi proveremo altro" detto nella conferenza stampa di presentazione dei palinsesti di Mediaset per la prossima stagione rappresenta l'evidenza di questo "papocchio").

Un patchwork che difficilmente potrebbe impensierire la concorrenza e che molto probabilmente durerà quanto un gatto in tangenziale.  Il motivo del patchwork è presto detto: sostituire in fretta e furia Barbara D'Urso. Ma perché questa necessità? Per una voglia di "ripulirsi l'immagine" da parte dei vertici Mediaset? Probabile.  D'altro canto, non è mai stato un mistero che Carmelita sia la regina del trash per eccellenza. Appunto, non è mai stato un mistero. Non lo era neppure quando faceva brillare gli occhi ai vertici Mediaset con il 22% di share costante, con punte anche più alte, con il caso, del tutto inventato, di Pamela Prati e Mark Caltagirone. E non lo era quando continuava ad ospitare momenti imbarazzanti targati Fabrizio Corona, Luigi Favoloso con tanto di madre, Morgan, Asia Argento. Eppure trovare delle differenze fra quelle storie e gli ultimi zoppicanti talk show su, ad esempio, l'altrettanto finta storia d'amore fra Paolo Brosio e Maria Laura De Vitis appare difficoltoso. A parte l'appeal dei personaggi, s'intende. 

La stagione televisiva appena conclusa non è stata esaltante, è un dato di fatto. Però, parliamoci chiaro, chi tranne le ormai celeberrime fiction di Raiuno - andare in onda contro un colosso come "Mina Settembre", ad esempio, sarebbe risultato difficile per chiunque - può gioire guardando gli ascolti dei mesi della pandemia? Netflix, Amazon Video, Now Tv e Disney +, probabilmente. Che il mondo, anche televisivo, durante l'ultimo anno e mezzo sia cambiato in modo radicale è innegbaile. Film, serie tv, cartoni animati: questi sono i programmi che hanno fatto il botto quando la maggior parte dei cittadini italiani era costretta in casa dal diffondersi del coronavirus. Difficile fare televisione, quella classica, in maniera vincente. Eppure la rete aveva chiesto questo a Barbara D'Urso. La quale lo ha fatto, con mezzi ridotti - è fra le conduttrici meno pagate di tutta Mediaset e durante il corso della stagione le avrebbero anche ridotto il budget per i suoi programmi - e cercando di spalmare le risorse su non uno ma tre programmi. 

Di certo i risultati non sarebbero potuti essere come quelli della stagione del Pratigate, ma tutto sommato gli obiettivi di share sono stati raggiunti. E a dichiararlo erano gli stessi vertici Mediaset, che dopo ogni domenica non hanno mai mancato di incensare pubblicamente la conduttrice e la sua squadra di lavoro. Anche contro ogni evidenza, visto che certi momenti dei programmi di Carmelita erano sinceramente e incontrovertibilmente imbarazzanti. Eppure non passava settimana senza l'emissione di comunicati entusiasti. 

E poi? E poi il tracollo: nel giro di poche settimane la situazione è precipitata: prima la chiusura di Live-Non è la D'Urso, poco dopo quella di Domenica Live. E, infine, l'annuncio ufficiale alla presentazione dei palinsesti per la prossima stagione di quell'unica presenza di Barbara D'Urso con Pomeriggio Cinque. Da trina a una, insomma. La motivazione? Necessità di sperimentare. Sembra di rivedere l'atteggiamento che la Juventus ha avuto nei confronti di un simbolo come Alessandro Del Piero. Un simbolo che alla società ha dato tanto, anche e soprattutto nei momenti difficili, e che poi è stato salutato malamente. Barbara D'Urso non è stata salutata definitivamente da Mediaset, sia chiaro. La conduttrice fa ancora parte dell'azienda e, almeno per ora, non c'è aria di addio. L'idea è che però non le sia stato riconosciuto il giusto merito per una televisione che, piaccia o no, l'ha comunque vista fra le protagoniste assolute per diversi anni. E che all'azienda ha fatto guadagnare parecchi milioni di euro.