Alessandro Daniele: "La musica di papà Pino, puro sentimento"

Il figlio primogenito avuto dalla prima moglie, svela vita e opere del grande musicista in un evento di Bookcity

Pino Daniele col figlio Alessandro

Pino Daniele col figlio Alessandro

Milano - La chiave della musica di Pino? Il sentimento. Basta tendere, infatti, l’orecchio a canzoni come “Quando” o “Anna verrà” per accorgersi che negli accordi c’è già uno stato d’animo. Ed è proprio su questo aspetto dell’arte di papà che si sofferma Alessandro Daniele, docente di Strategia, progettazione, organizzazione e gestione dello spettacolo presso il Conservatorio di Milano e account business della Fondazione Pino Daniele, nel volume dedicato al “lazzaro felice” che presenta domenica prossima al Mondadori Mega Store di Piazza Duomo alle 18.30 sotto l’egida di Bookcity.

Alessandro, per mettere ordine fra i ricordi le sono serviti sette anni.

"Un po’ meno, ma non tanto, visto che sono al lavoro su ‘Pino Daniele’ dal 2008. È stato l’editore RaiLibri a rompere gl’indugi dicendo: dobbiamo uscire. Anche per questo fermo il racconto al 1992, nell’attesa di riprenderlo in un secondo tomo che ho già pronto all’80%. Mi sono deciso a scrivere con due finalità: innanzitutto, storicizzare la carriera di papà e dall’altro raccontare la sua esperienza umana, contestualizzandola in un percorso artistico".

Il ’92 è stato un anno cruciale per Pino.

"Dopo l’intervento al cuore dell’89 i sanitari gli dissero che non sarebbe potuto tornare ai concerti e lui si sentì morire. Così iniziò a sfuggire l’idea di rimanere giù dal palco come quella di sentirsi osservato attraverso la lente della notorietà. Un artista in fuga, sempre alla ricerca di nuove rinascite, che fra l’altro sono tate pure quelle in cui ha scritto diverse delle cose migliori”.

Poi, però, ai concerti c’è tornato.

"Col tempo riuscì a convincere i medici che ce l’avrebbe potuta fare. E il 19 settembre 1992 tornò a suonare dal vivo. Data scelta non proprio a caso visto che cadeva nell’undicesimo anniversario del primo concerto in Piazza Plebiscito".

Perché a Bookcity ha scelto di raccontare questo libro ad un regista teatrale come Massimiliano Finazzer Flory?

"Massimiliano ha una visione molto vicina alla mia. Ci siamo conosciuti nel 2016 alla presentazione di ‘Qualcosa arriverà’, il volume di foto e testimonianze curato con Giorgio Verdelli, e sono rimasto stupito dalla sensibilità con cui era riuscito a cogliere i perché delle mie scelte".

Questo libro sostiene “I suoni delle emozioni”.

"È un progetto che curo da qualche anno con la Fondazione Pino Daniele per insegnare ai ragazzi a trasferire le proprie emozioni, i propri disagi, in musica. Come ha dimostrato quella di papà, infatti, la canzone è cultura. E arricchisce il nostro sistema di valori".