"Portiamo il naso rosso e il sorriso sul fronte"

Da Lecco a Capo Nord passando dal confine turco-siriano: tre amici e una 128 in viaggio per i bimbi degli orfanotrofi e dei campi profughi

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di Simona Ballatore

Tre amici e una Fiat 128, classe 1973, in viaggio per 16mila chilometri, da Lecco a Capo Nord, passando per il confine turco-siriano. Un’avventura da vivere col sorriso: i protagonisti sono tre clown-dottori - che fanno tutt’altro nella vita - cresciuti insieme in quel di Garlate. Emanuele Lele Panzeri, Stefano Maddalon e Valerio Carbonara sono partiti il 16 luglio da piazza Garibaldi per portare la terapia del sorriso negli orfanotrofi e nei campi profughi, insieme all’associazione Veronica Sacchi. Piccolo imprevisto alla partenza per la 128 (in piazza è arrivato il carroattrezzi), ma niente paura: "La ragazza sta benissimo ed è in forma – assicurano i conducenti – si era solo impuntata la frizione, sono bastate un po’ di coccole. Era un po’ nervosetta anche lei per la partenza". E chi non lo sarebbe di fronte a quel percorso tracciato sulla cartina geografica? Prima tappa Bosnia, poi giù fino alla Grecia per puntare il confine con la Siria. Albania, Romania e poi di nuovo su, verso i Paesi Baltici e le terre che confinano con Ucraina e Russia.

Lele ha dato il la: è il primo volontario del gruppo e ha coinvolto i suoi due compagni di viaggio, inseparabili sin dai tempi dell’oratorio. "Siamo amici da una vita – racconta – e in tempi non sospetti ci chiamavano clown... chissà perché. Da anni puntavamo alla Mongol Rally e stavamo preparando la 128, ma si sono messi di traverso prima due anni di Covid e adesso la guerra". Il trio del sorriso non intendeva però arrendersi e rimandare la partenza. "Ci siamo inventati un nuovo giro – raccontano – non fine a se stesso: portiamo il nostro naso rosso di missione in missione. Non pretendiamo di cambiare il mondo, ma magari lo cambieremo sì". Cominciando a strappare un sorriso proprio ai bimbi che ne hanno più bisogno. Raggiungeranno i profughi ucraini e siriani, affrontando anche fuoristrada estremi. Tenda in macchina per la notte e qualche ostello sul tragitto per fare riposare i muscoli e concedersi una doccia fredda. "Io mi sono pure portato il borotalco, è la mia doccia tra una tappa e l’altra", scherza Lele al telefono, dicendosi pronto a lanciare la sua linea. Nella vita è designer e dedica il tempo libero al volontariato. Anche Ste, il meccanico del gruppo, è designer: "Io di tempo libero non ne ho, ma abbiamo incastrato gli impegni e finalmente eccomi qui". E infine c’è Valerio, il consulente informatico del gruppo. Non sono soli in questo viaggio: hanno una squadra che fa il tifo per loro. A partire dagli studenti dell’Enaip di Lecco, indirizzo meccanico. "Ci hanno aiutati a mettere a sistema la macchina – spiegano i clown-dottori –, abbiamo portato loro un rottame e la 128 è uscita come nuova. È stato un caso di studio per loro e hanno potuto vedere che si può coltivare un sogno così grande con gli amici, trasformandolo in realtà. Speriamo di essere da stimolo per loro, per nuovi sogni". E anche per quanti decideranno di aggregarsi lungo i 16mila chilometri: è stata aperta una raccolta fondi per l’associazione Veronica Sacchi, "perché la terapia del sorriso serve quanto il cibo e le medicine, fidatevi". l progetto si chiama “Becco to the Borders“ e abbraccia l’Europa tutta: "Perché dove stiamo andando non c’è bisogno di guerre".