Lecco (quasi) amica delle bici: ora si acceleri

Due “bike smile“ da Fiab: biciplan promosso, ma ciclopiste da cucire. Ecco gli itinerari curiosi per le famiglie e per i più allenati

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"Eppùr si muòve". La rivoluzione della bicicletta a Lecco è appena cominciata. Ha fatto capolino come ComuneCiclabile, la rete ideata da Fiab per accompagnare le amministrazioni locali verso la svolta dolce, e quest’anno ha confermato “due bike smile“ su cinque. "Il processo è stato avviato – spiega Paola Schiesaro presidente di Fiab Lecco ciclabile –. Di lavoro ce n’è tanto da fare, non possiamo ancora dirci soddisfatti, e non è per l’orografia e i dislivelli importanti del territorio, ma perché non sono stati subito colti i segnali che arrivavano da altre città, si è capito tardi il potenziale di questa rivoluzione, che è sociale, ambientale, turistica ed economica. Ma l’impegno dell’amministrazione c’è. Non sono trasformazioni di poco conto".

L’obiettivo ambizioso è trasformare la bicicletta in una valida alternativa anche negli spostamenti casa-lavoro o scuola-casa "anche perché la città continua a essere piuttosto inquinata", ricordano da Fiab. Si lavora sulla mobilità cittadina e al suo Biciplan. "Oltre all’investimento economico e progettuale la sfida è cambiare anche l’abitudine delle persone". Per dare il via alla svolta però deve essere garantita la sicurezza: "Corsie preferenziali da disegnare per migliorare la convivenza auto, pedoni e bici nei tratti comuni. Più zone 30", alcune delle indicazioni. Ci sono poi percorsi ciclopedonali da cucire. "I famosi collegamenti tra i “pezzi“ sono il grande tema in Italia – ricorda Schiesaro –, c’è sempre il discorso delle “competenze“ tra comuni vicini e province. Ma lo si vede anche all’interno della stessa città, c’è un punto di Lecco emblematico: basta percorrere la ciclopedonale che da Vercurago passa da Pescarenico e continua per via dell’Isola". Qui il primo tratto scorre sotto il passaggio della ferrovia, poi si arriva in un punto in cui per 250 metri si deve imboccare la via contromano, col traffico, superando anche un angolo cieco, o bisogna fare il giro dell’oca. "Mancano solo 200250 metri da anni", sospira Schieraro. E la storia si ripete da via Cantù sulla ciclopedonale che porta a Malgratre. C’è un dossier ormai “datato“che ricorda le “toppe“ da cucire. "Ma siamo fiduciosi, i tempi sono ormai maturi", incrociano le dita da Fiab. Che ha sempre ricordato anche il ruolo del cicloturismo come volano. Sia all’interno che all’esterno delle città.

Di percorsi, d’altronde, ce ne sono per tutti i pedali, più o meno allenati. C’è il giro dei laghi di Pescate, Olginate e di tutto l’anello attorno, passando dal sempre affascinate borgo di Pescarenico: 18-19 chilometri in tutto, adatto anche alle famiglie con i bambini al seguito visto che è protetto. Per chi è più allenato si parte da Calolzio, si raggiunge l’Adda e lo si insegue fino a Milano, incrociando il traghetto di Leonardo, visitando il villaggio di Crespi, sbirciando tra antichi opifici e mulini. Chi non disdegna “scalatine“ può pedalare in direzione Valbrona e poi verso il lago del Segrino. E per chi non vuole sconfinare, i percorsi urbani abbondano, sono state pubblicate negli anni anche piccole guide. Di itinerari ce ne sono anche di molti particolari e a tema: oltre ai grandi classici manzoniani, uno accompagna pure alla scoperta dei murales realizzati da artisti internazionali, raccontando le storie e i luoghi che li ospitano.

Si.Ba.