In sella, nessuno escluso: Lecco apripista

Il progetto de “La vecchia Quercia“ e Fiab prende forma con le prime sei bici attrezzate per chi ha disabilità, gite inclusive e mappe

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"Born to be wild by bike": il sottofondo. E il titolo di un progetto pilota - unico nel suo genere - che sta facendo scuola a Lecco e non solo, con le sei prime biciclette (a pedalata assistita) attrezzate per il trasporto di persone con disabilità.

Alla regia ci sono la cooperativa sociale “La vecchia Quercia“ (che aveva già lanciato ’Born to be climb’ nel 2018 e che ha sede a Calolziocorte) e Fiab-LeccoCiclabile. Con il sostegno economico della Fondazione di Comunità del Lecchese, attraverso la partecipazione a un bando, sono state acquistate le prime due bici. Linee Lecco ne ha aggiunte quattro e ha dato loro anche una “casa“: un box rimessa all’interno del parcheggio della Ventina, a Pescarenico. "Il progetto sta andando avanti - spiega la presidente di Fiab LeccoCiclabile, Paola Schiesaro -, in primavera e in estate si è incrociato con le attività della scuola: alcune bici sono state utilizzate durante le gite scolastiche e le uscite sul territorio e, grazie a insegnanti che hanno avuto voglia di sperimentare, sono stati coinvolti tutti gli alunni, anche i ragazzi e le ragazze con disabilità".

Così le prime due classi - una delle medie e una delle elementari - sono salite in sella, percorrendo sia la ciclopedonale che le strade cittadine. "Non è possibile muoversi solo su piste ciclabili e questo non solo a Lecco - sottolinea la presidente Fiab LeccoCiclabile - bisogna utilizzare tutto lo spazio e la strada comune, chiedendo sensibilità e un’attenzione ancora maggiore alle bici che trasportano persone con disabilità. Più in generale, la convivenza pacifica tra biciclette, auto e mezzi deve essere una conquista, insieme al rispetto per gli altri".

Tra giugno e settembre sono stati anche organizzati quattro incontri di “scuola-bici“ aperti agli insegnanti, agli educatori professionali, alle famiglie e ai volontari delle associazioni che operano con la disabilità per mostrare le biciclette attrezzate e prendere confidenza: "Perché sono molto belle e sofisticate - ricorda Schiesaro - ma non basta saltare su e pedalare. Sia per il comfort di chi le conduce che per la sicurezza bisogna familiarizzare prima". Anche perché sono più lunghe e larghe delle bici e hanno una maneggevolezza diversa.

Mentre il progetto prende forma, pedalata dopo pedalata, si aggiungono altri tasselli: "È in stampa una mappa con quattro itinerari che possono essere percorsi da queste biciclette, con tutte le peculiarità da vedere ma anche le difficoltà per la presenza di barriere. E sono indicati anche i punti dove sono posizionate le colonnine di ricarica, visto che sono bici a pedalata assistita", racconta Schiesaro. Si troveranno negli info-point e disseminati in vari punti della città.

È stato anche creato un video- promo di presentazione, che è stato girato questa estate e che sarà presentato ufficialmente al pubblico nel mese di dicembre. "E stiamo lavorando a un accordo con un paio di bar e ristoranti che diventeranno ’bike friendly’ - annuncia la presidente Fiab LeccoCiclabile -, avranno quindi un minimo di attrezzatura per manutenzioni di emergenza e i locali potranno decidere se applicare una scontistica dedicata. L’importante è avere un paio di strutture d’appoggio. Stiamo lavorando anche con le associazioni che si occupano di disabilità per siglare convenzioni per un uso collettivo di queste biciclette".

Si procede così, aggiungendo un tassello dopo l’altro: "Perché è un’esperienza unica, che dobbiamo inventare insieme, imparando a risolvere situazioni che non abbiamo mai affrontato prima - conclude Schiesaro -. Siamo stati tra i primi a lanciarci in questo progetto socio-educativo sperando che dall’esperienza positiva ne nascano altre".

Si.Ba.