Nel cervello di Elmec dove si fa impresa su una "nuvola"

Viaggio nei segreti del campus tecnologico: super-computer, guerra alle cyberspie, stampa 3D

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di Gianluca Brambilla

Entrare nel campus di Elmec, a Brunello, è un po’ come sbirciare il dietro le quinte dell’innovazione tecnologica. 120mila metri quadrati, 700 dipendenti e quattro business unit, ognuna dedicata a un ramo diverso dell’azienda. Tra queste il Data center, cuore pulsante del campus. Al suo interno sono custoditi 12 Petabyte di dati, distribuiti su 364 server, con una potenza totale di 2,4 MegaWatt. "Ognuna di queste strutture contiene un server per l’elaborazione dei dati e una parte per la loro archiviazione – spiega Germano Bertoldo, platform specialist –. Delle sei sale a disposizione, al momento ne usiamo due. Già il prossimo anno, però, apriremo la terza". Il data center di Elmec è uno dei pochi in Italia ad aver ottenuto la certificazione “Tier IV” (la più alta della categoria) ed è progettato per essere totalmente “fault tolerant”. Significa che l’edificio sfrutta più sistemi di alimentazione e raffreddamento, consentendo ai server di operare in qualsiasi condizione, anche in caso di blackout. "Il cloud sta pervadendo ogni ambito dell’informatica – aggiunge Mattia Ballerio, business developer di Elmec –. Questo perché permette a tutte le aziende di sfruttare tecnologie, che, altrimenti, non potrebbero permettersi di tenere in casa". A pochi passi dal data center si trova un altro edificio fondamentale: è la sede di Cybergon, ramo dell’azienda che si occupa di cyber sicurezza. Anche qui il lavoro non si ferma mai: i dipendenti – per lo più giovanissimi – ruotano su turni di giorno e di notte per svolgere tutte le attività necessarie di prevenzione, analisi e risposta degli attacchi informatici.

"Negli ultimi anni, complice la pandemia, l’Italia ha vissuto un boom di cyber attacchi, in alcuni casi gravi – ricorda Sara Lo Prete –. Lo scorso autunno si è rivolta a noi un’azienda che, dopo essere stata attaccata, ha dovuto fermare la produzione per 80 giorni". Un problema che non riguarda solo enti pubblici o banche, ma ogni tipo di azienda. "Tra i nostri clienti ci sono soprattutto imprese di manufatturiero, moda o alimentare – svela Lo Prete –. Il nostro compito è svolgere monitoraggio continuo. E, nel caso di un attacco, rispondere nel modo più tempestivo possibile per individuare la falla e recuperare i dati perduti". Una delle attività più affascinanti del campus è quella di Elmec 3D, il ramo d’azienda che si occupa di stampa tridimensionale. "Il nome corretto è manifattura additiva – ci corregge subito Antonio Vulcano, technical manager –. Con stampa 3d ci si riferiva allo stadio amatoriale di questa tecnologia". Come in una sorta di museo itinerante, le creazioni di questo edificio sono sparse ovunque: gadget, oggetti di design, ciondoli, scarpe. "Esistono oltre 300 tecnologie di manifattura additiva – racconta Vulcano –. Alcune usano metallo, altre polvere, altre ancora luce. La tecnica di fondo però è la stessa: si stampa strato dopo strato, che garantisce libertà più assoluta di design". Per la maggior parte delle persone potrà sembrare quasi fantascienza. Per chi lavora dentro il campus di Elmec, invece, tutto questo è già realtà.