La regina dei social conquista il teatro "Racconto vizi e virtù di noi donne"

Tess Masazza protagonista il 26 a Varese: lo spettacolo è per tutti, a chiunque può capitare di essere lasciati

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Il successo è arrivato, ma l’ansia da palco, quella no, non se ne è mai andata. Nel 2019, alla prima di “Insopportabilmente donna“ – ricorda l’attrice, scrittrice e protagonista dei social Tess Masazza – a Roma ero terrorizzata. Ripetevo ai miei colleghi: “Ma come faccio se in platea non ridono alle mie battute, io mi metto a piangere“". Invece hanno riso. "Anche quando non dovevano ridere, e io mi sono messa a mio agio". Il 26 Tess porta il suo spettacolo al teatro di Varese. Da 15 anni in Italia ma nata a Los Angeles, cresciuta in Tunisia, di nazionalità francese, con un padre di origini italiane ma cresciuto in Algeria e una mamma dal Madagascar. Il titolo l’ha dato lei, la mamma. "Mentre discutevamo, mi guarda e mi dice: ‘Tess, sei insopportabile. Devo filmarti così che tu possa rendertene conto’". Detto, fatto. La serie social ha sbancato, sull’onda di quasi un milione di follower solo su Instagram.

Il messaggio piu bello che ha ricevuto da una spettatrice?

Li dividerei in tre categorie. Il più bello: quando ti dicono “grazie di avermi regalato un’ora e mezza di spensieratezza in un periodo complicato“. Il più divertente: un ragazzo aveva comprato biglietti col suo ex fidanzato, si sono lasciati in pandemia, prima dello spettacolo mi ha scritto: “Lui non vuole rinunciare allo spettacolo, io neppure, saremo seduti vicini e non ci parliamo più perché è finita male“. Mi ha fatto sorridere la tragicità della situazione, per fortuna alla fine lui non è venuto e, a fine spettacolo, abbiamo riso assieme“. Il messaggio più emozionante: le persone che hanno pianto anche, non solo riso. Di fronte alle lacrime sono felice, perché cerco anche di far emozionare con tematiche come amicizia e amore".

Più volte ha detto di sognare che “Insopportabilmente donna“ si trasformi in film o in una serie tv. Ha ricevuto offerte?

"Diciamo che ci sono conversazioni in corso, di più non posso confidare".

I viaggi sono una delle sue grandi passioni. Ora che l’incubo Covid sembra allentare la morsa, ha ripreso a viaggiare?

"Purtroppo sono impegnata sul lavoro, dopo due anni sono tornata a casa a Parigi, l’unico viaggio in pandemia, per fortuna la mia famiglia era riuscita a venire prima a trovarmi in Italia. Ora vorrei riuscire ad andare lontano, a Bali, dove vivono i miei. Un posto meraviglioso. O magari un bell’angolo di Sudamerica".

Chiuda gli occhi, si immagini fra due anni: dove si vede?

"Professionalmente penso e spero ancora in Italia; certo, non mi dispiacerebbe allargare gli orizzonti, sfruttare i miei passaporti e la conoscenza delle lingue, lavorare anche tra Francia e America. Poi vorrei consolidare il mio percorso a teatro, fare un film e - perché no? - una serie. E ancora: scrivere un altro libro".

Non si ferma mai. Lei che è stata pioniera del web, non avverte stanchezza da social?

"Stanchezza mai, Internet è il presente e diventerà sempre più un modo per comunicare, nello spettacolo come in altri ambiti. Già quando ho cominciato io Instagram non esisteva, neppure tik tok. Ora sono i due social più popolari. Io tik tok ce l’ho ma lo uso pochissimo, non è il mio linguaggio. Questo mondo è in continua evoluzione, bisogna sempre essere in grado di adattarsi. Fa impressione vedere la velocità nel cambiamento di tempi e strumenti, cerco di anticipare. Bisogna rinnovarsi sempre. Ci sono tanti pregiudizi, ma il web è un palco a tutti gli effetti, con le sue regole".

Studia molto o improvvisa?

"Un po’ e un po’: quando ho cominciato avevo 27 anni, facevo la pubblicista, avevo un approccio ai mezzi di comunicazione legato soprattutto alla scrittura, poi ho lavorato in una web tv. E lì ho imparato tanto. Ma la prima passione è la recitazione. Ho sfruttato il mio bagaglio di esperienze, fra danza e teatro. E il teatro è stata la prima scommessa nel passaggio dal web alla reltà: ho cercato la spontaneità, di creare qualcosa che mi sarebbe piaciuto vedere da spettatrice, con la consapevolezza di avere un seguito ma restando fedele al mio linguaggio. Non più solo brevi sketch ma una storia. E sono molto felice di aver scelto la commedia romantica, per dare esistenza al mio personaggio e convivere con altri attori. Un conto è un personaggio di 2 minuti su Internet, un altro conto andare in profondità. E così sono cresciuta, lo spettacolo è consolidato, la forza sta la complicità tra noi quattro attori sul palco. Siamo amici, legati, ci teniamo molto, l’ansia è condivisa ma sappiamo che ci siamo l’uno per l’altro".

Lei racconta le donne, soprattutto. Cosa pensa del movimento #Meetoo?

"Penso che ci siano state estremizzazioni, ma già solo il fatto di parlare del fenomeno è stato già un grande passo. Ha dato fiducia e sicurezza a persone che avevano paura di parlare, le ha fatte sentire meno sole. La consapevolezza è importante. Poi ci sono state esagerazione, ripeto, ma vedo nelle nuove generazioni un atteggiamento diverso, una consapevolezza diversa".

Lei ha subìto avances indesiderate?

"Io sono stata fortunata ad avere un entourage molto presente, ho cominciato tardi nello spettacolo e con un bagaglio di vita alle spalle, tante cose le ho vissute in modo “maturo”".

In due parole, perché un uomo dovrebbe venire a vedere il suo spettacolo?

"Di solito sono costretti dalle fidanzate – ride –. Ma perché è uno spettacolo che riguarda tutti: a Mantova c’erano anche coppie di 60enni coinvolti, tratto tematiche universali come amore e amicizia. L’età conta fino a un certo punto...la protagonista viene lasciata da un momento all’altro, una cosa che può succedere a tutti, al di là dell’età. Poi c’è la rinascita. Certo, tutto estremizzato per far ridere. è una comicità semplice, visiva, con musica, balletti, riferimenti a Dirty Dancing e altri film. Regalo spensieratezza".

Ora convinca una donna...

"Già dal titolo, il pubblico è principalmente femminile. Prevale il punto di vista della donna, infatti c’è solo un attore e noi tre attrici: poverino, non ci sopporta più...".

Lei è un incrocio di popoli, sangue, culture. Come sta vivendo questa guerra in Europa?

"Non bene. Come tutte le guerre, mi fa paura. Ormai fatico a guardare il telegiornale; la mattina lo vedevo sempre, ma da una parte ho paura, dall’altra voglia di capire quale sarà il nostro futuro". F.Lu.