Io, Caronte fra le sponde del Lago Maggiore

Il comandante della motonave Ticino Marco Rossi, 54 anni e una vita sull’acqua. In estate l’ultima avventura: la nascita di una bebè a bordo

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di Gianluca Brambilla

"Fare il comandante di una barca è un po’ come essere il burocrate a bordo. È un lavoro di routine, ma richiede di farsi trovare pronti a qualsiasi evenienza". Marco Rossi, 54 anni, è il capitano della motonave traghetto Ticino, che collega le due sponde del Lago Maggiore da Intra e Laveno Mombello. Una vita passata sull’acqua, fin dalla più tenera età. "Ho iniziato facendo il marinaio, ma ormai sono già 25 anni che sono comandante – precisa Rossi –. Mi è sempre piaciuto fare questo lavoro: mio padre ha iniziato a portarmi in giro in barca quando ancora avevo 5 anni". Lo scorso 2 luglio il comandante Rossi si è ritrovato a dover gestire in prima persona una di quelle situazioni che non capitano certo tutti i giorni: una donna ha partorito sul suo traghetto. "In tutta la mia vita non mi ero mai trovato a dover gestire una situazione del genere", ammette Rossi.

La donna si era imbarcata sulla motonave alle primissime ore del mattino per raggiungere l’ospedale di Cittiglio. "Mi ricordo di aver pensato: “Speriamo che riesca a resistere per questi venti minuti di tragitto”. E invece dopo pochi attimi abbiamo dovuto chiamare i soccorsi. Io mi sono dedicato alla rotta e alle comunicazioni con il 118, il resto del personale è sceso a dare una mano – ricorda il capitano –. Alessandro, in particolare, è stato determinante: ormai è stato ribattezzato “ostetrico” dal resto dell’equipaggio".

Una volta raggiunta la sponda lombarda del fiume, i medici sono saliti sul traghetto e hanno aiutato la donna a completare il parto. "Quella mattina siamo partiti in sette e siamo arrivati in otto – scherza il comandante –. Alla fine, mi sono dovuto recare io in comune a depositare l’atto di nascita, altrimenti Caterina Sofia sarebbe nata apolide". Una corsa diversa dal solito che, grazie soprattutto all’equipaggio della motonave, si è conclusa nel migliore dei modi. "Finalmente una bella notizia – sospira Rossi –. Di solito ci troviamo a gestire situazioni di segno opposto: persone che vogliono farla finita e si gettano nel lago con lo zaino pieno di sassi".

Anche dopo la nascita di Caterina Sofia, però, il lavoro sul traghetto non si ferma. "Siamo una sorta di Caronte del lago Maggiore – spiega il comandante della motonave –. Portiamo le persone da una sponda all’altra del lago facendo sempre la stessa rotta". Un tragitto breve ma indispensabile, che ogni giorno viene percorso da centinaia di turisti, famiglie, lavoratori e frontalieri. Neanche il Covid è riuscito a fermare il traghetto del comandante Rossi. Anzi, negli ultimi due anni i clienti sono addirittura aumentati. "Il turismo sta crescendo – assicura il capitano della motonave –. Certo, durante i lockdown invernali la situazione era diversa da adesso. Ad eccezione di qualche breve periodo, però, sono sempre di più le persone che usano il traghetto". In settimana, spiega il capitano, si tratta soprattutto di gente che attraversa il lago per andare al lavoro, spesso in Svizzera. Il weekend, invece, è il momento dei turisti, che usano il traghetto per raggiungere in auto le montagne piemontesi. "Per fortuna continuano a esserci molte persone già dalle prime corse della mattina – conclude Rossi –. Neanche la siccità per ora è riuscita a metterci i bastoni fra le ruote. E speriamo che vada avanti così".