Il laboratorio contro i furbi dello smog

"Mai più Dieselgate". Così l’Europa con 10 milioni ha creato il sistema per smascherare chi trucca i dati

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di Gianluca Brambilla

Due nuovi laboratori per testare le emissioni delle auto. Si trovano al Joint Research Center di Ispra le due nuove strutture che permetteranno alla Commissione europea di aumentare le proprie capacità di controllo sull’inquinamento del trasporto su gomma. Uno spazio di 1.200 metri quadrati, costruito ex novo e costato circa 10 milioni di euro, che il commissario europeo al mercato interno Thierry Breton – presente all’inaugurazione – ha definito "una pietra miliare per intensificare la vigilanza del mercato". Gli impianti “Vela” (Vehicle emissions laboratories) sfruttano due celle di emissione climatica che permettono di testare le emissioni delle automobili in una vastissima gamma di temperature (da -10 a +50°C), umidità e pressione. L’obiettivo è chiaro: evitare un nuovo “Dieselgate”, lo scandalo che nel 2015 travolse mondo dell’auto, con varie sigle accusate di aver falsificato i dati sulle emissioni dei veicoli a motore diesel. "Quell’episodio ha convinto l’Unione europea ad accelerare sui temi della mobilità sostenibile – commenta Elena Maggi, mobility manager dell’Università dell’Insubria e titolare del corso di Transport economics and innovation –. Da un lato, Bruxelles sta cercando di rendere sempre più sostenibile l’uso dell’auto, dall’altro sta sviluppando mezzi di trasporto alternativi". Lo scopo principale dei due nuovi laboratori di Ispra – che si aggiungono ai quattro già esistenti – è di assicurarsi che le case automobilistiche rispettino le nuove normative Ue sulle emissioni. In caso di infrazione, i costruttori potranno ricevere sanzioni fino a 30mila euro per ogni veicolo. Multe salate, che secondo la docente dell’Università dell’Insubria vanno intepretate soprattutto come misure di tutela della salute pubblica. "La sostenibilità dei nostri mezzi di trasporto e la salute collettiva vanno ormai di pari passo – spiega Maggi –. È chiaro che non possiamo eliminare del tutto l’automobile, ma credo che sia giusto imporre vincoli ambientali sempre più stringenti a tutti i nuovi veicoli e rafforzare i controlli". I due laboratori inaugurati questo mese al Jrc di Ispra rispondono a questo obiettivo: abbandonare gradualmente le automobili a motore endotermico, promuovendo allo stesso tempo mezzi di trasporto alternativi.

"Negli ultimi anni abbiamo visto un boom della sharing mobility: non solo per quanto riguarda le automobili, ma anche le biciclette e i monopattini elettrici – osserva Maggi –. In Lombardia ci sono città come Milano che si sono poste l’obiettivo di rendere elettrici tutti i mezzi del trasporto pubblico. Su questo fronte, invece, Varese è ancora qualche passo indietro". Al di là delle differenze tra città e città, l’inquinamento atmosferico è una realtà con cui si trovano a fare i conti tutti gli abitanti della Pianura Padana, che – un po’ per sua conformazione geologica, un po’ per le attività umane –, è una delle aree più inquinate del Continente. "In Europa ci sono 40milioni di persone che vivono in aree costantemente esposte a un’aria inquinata. E la Pianura padana è certo una di queste – ricorda Maggi –. Il fatto che i nuovi laboratori della Commissione europea si trovino qui a Ispra ha un grande significato: occuparci di mobilità significa anche occuparci della nostra salute".