Houellebecq e l’ultimo capolavoro nato a Varese

Per il suo “Annientare” lo scrittore di fama mondiale ha scelto la “Tipografica”: "Voleva non solo un libro, ma un oggetto da collezione"

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di Gian Marco Walch

A qualche mese di distanza, a rotative ferme, meglio, impegnate in altro, Gianandrea Redaelli, oggi a capo della Tipografica Varesina, quarta generazione della famiglia che un’azienda punto di riferimento a livello europeo l’ha fondata nel 1922, non nasconde certo la sua soddisfazione, anzi, il suo orgoglio: sono stati i suoi impianti a stampare “Anéantir”, l’edizione originale francese dell’ultimo romanzo di Michel Houellebecq, lo scrittore più famoso, anche discusso, anche controverso degli ultimi anni, in italiano “Annientare”, edito da La nave di Teseo, la casa di Elisabetta Sgarbi.

Gianandrea Redaelli, com’è nata quell’impresa?

"Prima, quando. Nel marzo 2021. È stato allora che Michel Houellebecq, che si vanta di ‘aver passato nella sua vita molto più tempo a leggere che a scrivere’, decise che il suo prossimo libro sarebbe dovuto essere un libro eccezionale, anche come oggetto fisico".

E vi contattò.

"Esattamente. Ci contattò, ci spiegò dettagliatamente cosa aveva in mente, cosa desiderava, e ci convinse, ci sedusse".

E venne da voi, a guidare il lavoro?

"No, tutto da remoto, come si dice ora. Dalla Francia, da Parigi, ci inviava le indicazioni, e noi le seguivamo, allestivamo prototipi, glieli facevamo avere, ci confrontavamo, e così via. Sino al risultato finale".

Ovvero?

"Un volume ricercato e lussuoso, poderoso, ben 736 le sue pagine. ‘Il libro è la base della relazione con il lettore’, ha spesso sottolineato Houellebecq. Che, d’accordo con il suo editore francese, il celebre Flammarion, prendendo a ispirazione il famoso ‘White Album’ dei Beatles, ha progettato un volume dal formato più quadrato del solito, in cui il rapporto fra altezza e larghezza raggiunge la cifra di 1,6, il ‘numero d’oro’".

Altre particolarità?

"La copertina, innanzitutto: non la solita economica brossura, ma quasi martellata. La carta: di un peso specifico che ne impedisca l’ingiallimento. Persino il segnalibro: in tinta con il colore della stampa della copertina. Un libro da leggere, ma anche un oggetto da collezione. Che ha ‘costretto’ Houellebecq a riprendere in mano i suoi libri precedenti. E a farli ristampare così da non farli sfigurare".

E li ha ristampati sempre La Tipografica Varesina?

"Ovviamente. Abbiamo ‘aggiornato’ opere già famose come ‘Extension du domaine de la lutte’, ‘Les particules elémentaires’ e ‘Plateforme’".

Torniamo ad “Anéantir”. L’intera operazione quando si è conclusa?

"Il libro è stato pubblicato in Francia il 7 gennaio, con totale soddisfazione di tutti gli interessati, a partire da Houellebecq, che aveva visto rispettate le rigide esigenze di segretezza cui teneva particolarmente".

Quante copie avete tirato?

"Ne avevamo previste 400 mila, ma in corso d’opera abbiamo dovuto aumentarne il numero: merito della crescita delle prenotazioni nelle librerie".

Voi siete una realtà industriale centenaria. La vostra attuale forza lavoro?

"Dopo il Covid, un centinaio di occupati".

Ma un’impresa del genere l’avevate mai tentata?

"No, anche se abbiamo stampato capolavori di Thomas Mann o puntate di Harry Potter. Anzi, posso confessare un mio dispiacere, quasi un peccato di superbia?".

Certo, si confessi...

"Gli editori sono sempre noti, gli stampatori no. Peccato confessato, peccato perdonato?".