Così difendiamo i sentimenti del nostro lago

La Cooperativa pescatori, l’orgoglio di secoli di lavoro da raccontare: "Perché noi sappiamo resistere alle intemperie..."

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di Anna Mangiarotti

Nell’attuale sede a Calcinate del Pesce, un secolo conta la Cooperativa pescatori del lago di Varese. Sono rimasti in 3. Luigi Giorgetti, detto il Negus, ed Ernesto Giorgetti (ceppo della sponda meridionale), con il presidente Gianfranco Zanetti (sponda settentrionale), patriarca rattristato: "Bevevo quest’acqua e ora quasi la odio". A difendere paesaggi e anime del lago, sentimenti, idee da ri-significare, a custodire le storie degli abitanti, silenziosi gli uomini e “invisibili” sul tipico barchetto costruito per entrare nel canneto, scende in campo la figlia di suo fratello Piergiorgio, Tiziana Zanetti. Giurista esperta nella tutela del patrimonio culturale. Contenta di farlo come donna. Questo piccolo lago, diverso dal Verbano e dal Lario, lei lo ha definito “lacus loci”, talmente incarnato nella terra per cui nulla è cambiato per secoli. E nulla cambierà? "Certo – conferma – esiste una dimensione “antica”, primordiale, caratterizzante la cultura della gente di lago. Resistente alle intemperie del tempo". Non sa pescare e remare la moderna dama, ma per la sua sensibilità è stata ammessa nella Cooperativa, che ha accolto pure Mariangela, sorella di Daniele Bossi, scomparso nel 1919. Il progetto di schedatura dei luoghi e dei beni materiali e immateriali dei territori rivieraschi, Tiziana lo ha avviato con le foto dell’altro zio Mauro e aprendo la scatola degli attrezzi da pesca conservati con cura da papà Piergiorgio: "Retine da pesca ancora con i sassolini (poi sostituiti da anelli in ferro), castagne d’acqua, aghi e fili di canapa, cotone e nylon per costruire via via le reti, il libretto su cui annotare il pescato". Un tempo era questa la fonte di sostentamento di numerose famiglie. Le specie più raffinate, destinate ai mercati d’Oltralpe. Il rimpianto di Gianfranco Zanetti riguarda la scomparsa dei coregoni (o lavarelli): "Per loro il lago di Varese avrebbe potuto essere un paradiso. Profondità di 26 metri, temperatura sul fondo sufficientemente bassa. Ma l’aumento di servizi igienici e lavatrici causa carenza di ossigeno". Lo racconta in un libro con magnifiche illustrazioni scientifico-artistiche, e storie di pesche miracolose e di pescatori poeti amici di principi: “I coregoni. In lacubus territorij nostri” (Interlinea). Ricerca estesa ai laghi di Comabbio, Monate, Maggiore, Delio. Condotta da Renzo Dionigi chirurgo e Angelo Stella letterato, con rara sapienza dall’ittiologo Pietro Volta. Introduzione del ministro Giancarlo Giorgetti: dal padre Natale, già presidente della Cooperativa pescatori del lago di Varese, dice di aver imparato "a districare le reti e a credere nella civiltà delle acque".