Bressanini, il divulg-attore che fa crescere Batman

Ha scoperto la scienza alle elementari grazie a un fumetto, svela la chimica in cucina e ora presta la voce al maggiordomo di casa Wayne

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Dario Bressanini, 58 anni, originario di Saronno, accademico e divulgatore scientifico, alla presentazione di “Batman - Un’autopsia“

di Simona Ballatore

Scienziato, docente all’Università Insubria di Como e “amichevole chimico di quartiere” sui social. Dispensa pillole di chimica in cucina e pure al fianco dei supereroi. Dario Bressanini, 58enne originario di Saronno, presta la voce anche ad Alfred entrando nel mondo di “Batman – Un’autopsia”, la nuova audioserie originale nata dalla collaborazione tra Spotify, Warner Bros e DC Comic.

Da divulgatore scientifico a divulg-attore: come ha avuto inizio l’avventura?

"Quando mi hanno scritto ero molto stupito: ’Siete sicuri che volete me?’. Non sono un attore e doppiatore professionista. Sapevano della mia passione per i fumetti e per Batman, ne avevo spesso parlato anche su Instagram. Sono abituato a parlare al pubblico, alla radio, ho fatto audiolibri, ma è molto diverso. Quando trovo la prova sufficientemente curiosa accetto subito. E così ho fatto. Ho potuto incontrare Maria Grazia Cucinotta, Claudio Santamaria e gli altri professionisti del mondo dello spettacolo. Ero l’unico pesce fuor d’acqua, sono andato con curiosità e un po’ di timore. Il team dello studio di registrazione mi ha aiutato tantissimo a dare voce ad Alfred, a calarmi nella parte".

E com’è la voce di Alfred?

"Seria, che fa trasparire emozione ma giusto un poco. Entro dal quarto episodio. Sono il maggiordomo di casa Wayne, che si prende cura di Batman da quando è piccolo ed è rimasto senza genitori. Prepara per lui il cibo, ma è anche una spalla. Una figura molto paterna, che lo aiuta a superare il trauma di aver visto a 10 anni i genitori assassinati. Alfred deve far capire di essere “toccato” dalla situazione pur restando un maggiordomo molto “british”".

Il legame di Bressanini con Batman e col mondo dei fumetti?

"Ho scelto di fare lo scienziato grazie ai fumetti. Terza elementare: ero in vacanza al mare e un ragazzo mi ha prestato “I Fantastici 4”, eroi dai poteri mai visti. Ed ero rimasto colpito da Mr Fantastic, lo scienziato in grado di allungare il proprio corpo come fosse di gomma, ben lontano dallo scienziato calvo col camice bianco. Una rivalsa. Era il capo, positivo, non uno sfigato nerd come vuole lo stereotipo. Potere, intelligenza e scienza. È stato il mio “role model”, come si dice. Negli anni ’60 e ’70 la scienza era pervasiva nei fumetti; sono diventato un collezionista poi, ai tempi dell’università, quando giravo tra le bancarelle dell’usato di Milano. ’Uso’ i fumetti anche nelle mie lezioni".

Come i bignè o le bistecche…

“Altra mia passione: la chimica in cucina. L’ho scoperta quando ero studente di dottorato a Berkeley, prima vivevo a Saronno con i miei genitori e mia mamma mi deliziava con i suoi patti. Lì era complicato trovare una verdura diversa dalla patatina fritta, non avevo mai cucinato prima e non avevo abbastanza soldi per mangiare al ristorante tutti i giorni. Mia mamma mi mandava le ricette per posta, ma mi scriveva “un po’ di sale”, “scaldare”. Ma “un po’“ quanto? E a che temperatura? Così mi son detto: sono chimico, perché non uso lo stesso approccio scientifico? Anche perché in cucina ci sono un sacco di reazioni chimiche, ma bisogna conoscerle. Da lì è nata una vera passione, mi piace mangiar bene, e anche ai miei studenti del primo anno spiego la termodinamica con la parmigiana, la scienza della pizza o del risotto con l’osso buco alla milanese, esempi pratici che funzionano, anche per far vedere quello che loro studiano applicato alla pratica, alla vita di tutti i giorni".

Il divulg-attore è anche molto social.

"Su consiglio di mio figlio più piccolo: quando andava al liceo (ora è al terzo anno di università) mi disse che per raggiungere il pubblico più giovane era indispensabile essere lì, che non bastavano libri e blog. E ci ho preso gusto, sono anche su Tik Tok e ogni volta che esce un social nuovo mi ci metto. Ora dice che esagero...".

Progetti in cantiere e nuove voci?

"Che ho un problema di salute non è un mistero ed è più difficile concentrarsi quando la vita è scandita da controlli e terapie. Ma vorrei scrivere un nuovo libro e mi piacerebbe continuare a frequentare il mondo dei podcast, perché no. Ho tantissimo da raccontare".