Oltre 300mila iscritti in Lombardia E dopo gli studi, il lavoro dei sogni

Sempre più giovani cercano l’eccellenza nella formazione per poi costruirsi una carriera, in Italia o all’estero

di Fabrizio Lucidi

Un esercito di oltre 304mila giovani negli atenei lombardi. Perché uno studente su cinque sceglie la Lombardia per studiare e avere prospettive reali di formazione, in vista della possibilità concreta di avere un lavoro nel giro di pochi mesi. Aspirazioni che si trasformano in realtà. Perché in Lombardia i sogni diventano concreti. E il passaparola conta. Così il territorio si è trasformato in una calamita di talenti. Perché qui batte il cuore pulsante della formazione di alto livello in Italia. E perché, diciamocelo pure, Milano è sempre Milano.

Già dal primo anno le matricole hanno chiaro l’orizzonte del lavoro, qui più che altrove. Respirano il mondo del lavoro durante gli stage e i concorsi, le molteplici possibilità che l’università scelta offre, in Italia e sempre più spesso anche all’estero.

E dopo l’agognata laurea, la “comunità” spesso si tiene in contatto e crea un network inteso come circuito positivo, a cavallo tra ricordi e occasioni professionali. Perché le associazioni di “alumni” nei vari atenei lombardi non hanno paragoni nel resto d’Italia, forse d’Europa.

Intanto, la grande macchina della formazione universitaria sta scaldando i motori in vista del grande rientro di settembre. Dal rettore della Statale Franzini a quello della Bocconi Verona, tutti si sono appellati al rientro degli studenti a Milano. Poi i corsi saranno quasi ovunque “a scacchiera”, con turni per evitare aule sovraffollate. Chi non è in classe - a turno - potrà seguire (in alcuni casi da maxi schermi in ateneo, addirittura) passo dopo passo la didattica. E i laboratori, in Bicocca come altrove, saranno garantiti al 100 per cento. Perché non solo la teoria è importante, ma anche e soprattutto la prassi. E Milano proprio sull concretezza ha costruito il proprio mito.

La ricerca ha sempre il ruolo d’onore nelle nostre università perché - come ha detto l’arcivescovo Mario Delpini proprio in occasione di un incontro con i rettori lombardi - "l’inquietudine è il vero motore della conoscenza". Sfida raccolta quotidianamente da migliaia di ricercatori universitari, in tutti i campi.

Dalla guerra al Covid fino alle sfide poste dall’Intelligenza artificile. Milano crocevia d’Italia. La Milano che non arretra, la Milano che guarda avanti. Questa è la prospettiva giusta da cui guardare la città. E il segno inequivocabile di questo modo di pensare trova conforto nei numeri, con iscritti da oltre cento Paesi del mondo negli atenei milanesi e sempre più corsi esclusivamente in lingua inglese.

Senza dimenticare due sfide parallele, legate dal nodo dell’equità sociale: quella di garantire un posto letto ai fuorisede a prezzi calmierati, e su questo fronte si sta già agendo con gli atenei che in questi anni hanno scommesso forte sulla costruzione di nuovi edifici o la ristrutturazione dell’esistente, per rispondere alla domanda spinta da boom di iscritti da ogni parte d’Italia e da una domanda che neppure l’emergenza Covid è riuscita a prosciugare; e la sfida altrettanto importante per garantire a tutti i giovani, soprattutto ai meritevoli ma meno abbienti, il diritto allo studio. Con borse di studio in aumento da anni (anche se tanto resta da fare) in tutti gli atenei lombardi. Nessuno è perfetto, certo. Ma la Lombardia sulla strada dell’eccellenza è un passo avanti.