
La vera Milano da bere (tè): "Ogni tazzina è un viaggio"
"La mia fragranza preferita è “Rossetto e Cioccolato”, dalla canzone di Ornella Vanoni. Un mix di sapore e sentimento. Ma ogni ricetta, ogni aroma, ogni foglia è un’esperienza gustativa. Una tazzina ti permette di viaggiare con i sensi". La passione per il tè ha portato Francesco Rossi, classe 1982, ad aprire a Milano la sua bottega (“Giusmìn Tea Lab”) e a raccogliere le sue conoscenze sulla bevanda in un libro. "L’accento sul tè. Come preparare e apprezzare una tazza perfetta", Mondadori Electa.
Com’è nato questo interesse?
"È stata una coincidenza. Ho lasciato il mio paese, Isola della Donzella, nel Delta del Po, per trasferirmi a Milano a studiare comunicazione della moda. Dopo essermi laureato ho avuto un’opportunità lavorativa in un negozio di tè con sala degustazione. Fin da ragazzo mi lasciavo incuriosire dalle scatole che vedevo nei negozi di alimentari, ma grazie a quell’esperienza ho iniziato a coltivare il sogno di aprire una bottega mia. Ci sono riuscito nel 2019. È una soddisfazione vedere che a Natale la gente è in fila per entrare".
La “Milano da bere” funziona anche per il tè.
"È stata una scommessa, direi vinta. Sapevo che la mia idea all’inizio avrebbe interessato una nicchia di persone. Per questo mi serviva un quartiere ricettivo. Per scegliere il posto giusto per aprire il negozio ci son voluti 7 mesi, tra analisi di mercato e visite in loco. Alla fine, ho scelto Porta Venezia dove il pubblico è variegato, ci sono i giovani con la curiosità necessaria per approcciarsi al nuovo, e persone più mature che hanno potuto viaggiare e scoprire territori in cui esiste la cultura del tè".
Dopo l’acqua è la seconda bevanda più consumata al mondo. Come se lo spiega?
"Motivazioni culturali e religiose: per alcuni popoli il tè fa parte della vita spirituale, penso a Cina, Giappone o Thailandia. Nei Paesi islamici la diffusione è dovuta invece al fatto che si cerca un’alternativa all’alcol. La Turchia è lo Stato che consuma più tè al mondo, in media 18 tazzine al giorno. In Occidente, invece, la diffusione è dovuta per lo più alle tematiche del benessere, cura del corpo e di se stessi. Le bevande zuccherate vengono sostituite da tisane e infusi".
In cosa si distingue il suo libro da altre pubblicazioni simili?
"È qualcosa di diverso, non ha un approccio tradizionale o meramente tecnico. Mancava un testo accessibile a chi volesse tentare un approccio alla materia. Me ne sono reso conto accogliendo i miei clienti. Non è solo un libro sul tè, affronto il tema della degustazione per rendere consapevoli dei propri sensi".
Segreto della tazza perfetta?
"Curiosità. Sperimentare in cucina, senza timore".