L’ultimo capolavoro di Berlusconi e Galliani

Trentuno i trofei che Silvio e Adriano hanno messo nella loro personale bacheca. Ora c’è anche quello consegnato dalla Lega B al Monza

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di Michael Cuomo

"C’è solo un presidente", nell’ultimo periodo, gliel’hanno cantato nell’ordine i tifosi del Milan, i giocatori del Monza e lo stadio di Monza. Che Silvio Berlusconi, nel calcio, sia tradizionalmente colui che riesce dove tanti, se non tutti, erano riusciti prima è cosa ormai nota: d’altronde parliamo del presidente più vincente della storia del calcio.

Evidentemente, però, le sue imprese non abituano mai. In effetti portare il Monza in Serie A era maledizione finita nei film, era obiettivo mai raggiunto, era utopia visti gli anni bui delle scrivanie in Brianza. Poi è bastato un tavolo rotondo, ad Arcore, dove i riflettori dell’allora Brianteo già "illuminavano" anche il grande parco di Villa San Martino. Era un lunedì e dall’idea nasce cosa, perché se ad Adriano Galliani metti nel piatto la parola calcio, l’ad prende il telefono e non ci pensa due volte.

Quando dopo la chiacchierata con la famiglia Colombo l’ad preme la cornetta rossa, la parola Serie A entra già nel menù del futuro. Il Monza era in Serie C, ma soprattutto era una realtà che aveva ritrovato un’ordinaria aministrazione dopo anni di incertezza assoluta, e viveva la sua nuova dimensione quasi con l’incubo di rifinire al buio da un momento all’altro. Con alle spalle Fininvest, poi, si entra in tutt’altra dimensione: dove è lecito sognare l’impossibile, dove l’impossibile diventa realtà.

Dal 28 settembre del 2018 al 29 maggio 2022, dal venerdì alla domenica: non è solo l’investimento di 70 milioni, è la realtà che prende forma e si chiama Serie A. Trentuno, oggi, sono i trofei che Silvio e Adriano hanno messo nella loro personalissima bacheca. L’ultimo, quello consegnato dalla Lega B al Monza, ha preso casa ad Arcore su espressa volontà di Galliani.

Perché Berlusconi, nel Monza, non ha solo investito quei milioni, ma ci ha messo la passione degli anni d’oro del Milan per dare alla squadra quel qualcosa in più sul campo. In questi 5 anni sono cambiati allenatori, sono arrivati grandi giocatori, il centro sportivo è diventato fiore all’occhiello del territorio, lo stadio ha (ri)preso vita e ancora migliorerà.

Ma soprattutto in questi 5 anni il presidente è tornato di nuovo in campo, nello spogliatoio, in tribuna a vivere il calcio in prima linea, a esultare e ad emozionarsi nell’entusiasmo di un popolo diventato ormai suo. Sempre al fianco di Galliani, amico, braccio destro, "pazzo" di Monza a tal punto da starci male. Non ha più la cravatta gialla, in compenso ha finito partite in chiesa, pregando. Perché la passione è sempre quella, e non la puoi combattere. Puoi solo trasformarla in obiettivi, nuovi traguardi.

Quelli che ancora vorranno tagliare Silvio e Adriano. Perché la loro, con il calcio, è davvero una storia senza fine.

Parla Galliani: "Dal punto di vista sentimentale è un’impresa senza confronti. Ho ben chiara la differenza che corre fra sollevare una Champions o essere promossi ma quando nell’89 conquistammo a Barcellona la “nostra” prima Coppa dei Campioni, per il Milan era comunque la terza della sua storia. Il Monza invece non era mai riuscito a tagliare questo traguardo: domenica notte ho realizzato che forse sono l’unico dirigente in circolazione ad aver ottenuto successi in ogni campionato, salendo tutti i gradini. Lega Pro, serie B, A, Europa con le Champions e nel mondo con l’Intercontinentale". "Berlusconi? Prima dell’acquisizione nel settembre del 2018 gli avevano offerto di comprare mille club. Ha scelto il Monza, che peraltro è a sette minuti da casa sua" .