Poliziotti e cronisti alle prese con il mistero

Una contessa bella ed elegante che fa il capo della squadra mobile. Un giovane cronista nella Palermo della guerra di mafia

Milano, 28 aprile 2019 - Una contessa bella ed elegante che fa il capo della squadra mobile. Un giovane cronista nella Palermo della guerra di mafia. Il capo della polizia del Québec alle prese con i dilemmi di coscienza sul senso profondo della giustizia. Personaggi di grande fiction che, tra colpi di scena e lampi d’ironia, ci parlano dei nostri tempi reali così controversi. A Rimini, una valigia con lo scheletro d’una donna è ripescata dal peschereccio “Aurora”, comandato da Valentino Costanza, avvocato per studi, marinaio per passione. E subito scattano le indagini guidate da Costanza Confalonieri Bonnet, capo della Mobile, protagonista di “Ci vuole orecchio” di Gino Vignali, Solferino. Ecco poi un altro delitto, d’una donna di gran classe, Diamante Brandolini. C’è un nesso, tra le due morti? Vignali, come già in “La chiave di tutto”, sa mescolare suspence e allegria, quadri d’ambiente e ritratti di personaggi bizzarri ma tutt’altro che irreali. Costanza è donna di fascino e inusuale sagacia. Capace di ridere, far sorridere e smuovere sentimenti intensi. Nel Costanza marinaio. Anche l’incrocio dei nomi suggerisce un divertissement letterario.

Da Rimini solare a Palermo incupita, nonostante i colori mediterranei. Perché il cuore della storia, a metà degli anni Ottanta, sta tutto in una stanza, una suite del Grand Hotel Aziz, dove viene ritrovato Gianguido Prestia, avvocato un tempo famoso, ucciso a colpi di pistola. L’assassino è lì, accanto al cadavere. Silenzioso, affranto. È Minico, cameriere, affezionatissimo all’avvocato. Che docilmente si fa arrestare dalla polizia. Cosa c’è dietro? La notizia, durante un turno di cronaca, arriva nelle mani di Leo Salinas, giovane giornalista d’un quotidiano della sera, protagonista di “Il movente della vittima” di Giuseppe Di Piazza, HarperCollins. Comincia così un’indagine che rivela traffici mafiosi, vecchi misteri, punizioni esemplari, parentele violente. Salinas, tra una cronaca e l’altra, ha tempo per riflettere sulle ombre d’un faticoso ingresso nell’adultità, sulle confusioni d’amore, sulla bellezza terribile d’un mestiere, il giornalismo, che riempie e svuota la vita. Difficile da seguire. Ma anche da lasciare. Poliziotto è Armand Gamache, capo della Sûreté del Quebec, un uomo “mite” che ama le osservazioni acute e le deduzioni originali ma non la violenza delle armi, investigatore di “Case di vetro” di Louise Penny, primo d’una serie di noir di successo in tutto il mondo che Einaudi pubblica in Italia. La scena è il villaggio di Three Pines, al confine tra il Canada e il Vermont. C’è un morto. Un uomo vestito di nero che viene da chissà quale passato. Un traffico di droga lungo i confini Usa. Un processo. E un dilemma su cosa possa fare un poliziotto: anche violare la legge, pur di fare trionfare la giustizia? Nulla è scontato. Tranne la forza del racconto. E la bellezza d’un grande libro.