La forza della letteratura per spiegare la storia

La storia è una ricostruzione rigorosa di fatti e scenari, sulla base di testimonianze e documenti

Milano, 11 novembre 2018 - La storia è una ricostruzione rigorosa di fatti e scenari, sulla base di testimonianze e documenti. Ma, per indagare meglio sulle ragioni di quel che è successo, è indispensabile anche la forza della letteratura, che gioca con l’immaginazione e sa scendere così nel profondo del cuore delle persone. “Guerra e pace” di Lev Tolstoj è un’indicazione esemplare. Storia e romanzo, dunque. Come mostra ancora una volta Ben Pastor con una nuova avventura di Martin von Bora, l’ufficiale tedesco impegnato in attività di spionaggio ma anche in comandi operativi sui campi di battaglia e che, nelle tensioni della Seconda Guerra Mondiale, dalla Francia alla Russia, dal fronte italiano alla Germania, deve fare i conti con l’onore di soldato fedele alla Patria e la coscienza di uomo ostile agli orrori del nazismo. Qui, in “La notte delle stelle cadenti”, Sellerio, Bora è coinvolto nelle indagini per l’assassinio del Mago di Weimar, un veggente dell’alta società di Berlino. S’intrecciano ombre familiari, misteri e trame di potere, sino all’attentato a Hitler organizzato da un gruppo di alti ufficiali ma purtroppo fallito. Ne viene fuori un romanzo potente. E quei tempi tremendi in terra europea ci diventano un po’ più chiari. I cupi anni Trenta nell’Austria che spalanca le porte al nazismo sono lo sfondo di “L’ordine del giorno” di Éric Vuillard, edizioni e/o. Fatti storici, immaginazione su emozioni e sentimenti, una scrittura sapiente e ironica.

Tutto comincia con “una riunione segreta” gli esponenti della grande impresa tedesca decidono l’appoggio a Hitler. E continua con le mosse per l’espansione tedesca sul centro dell’Europa. A Vienna il cancelliere Schuschnig, a capo d’un governo cattolico e autoritario, resiste alle manovre naziste. E mentre l’esercito varca le frontiere dell’Austria l’ambasciatore tedesco a Londra, von Rippentrop, fa il gigione a colazione con autorevoli ministri inglesi. Londra e Parigi si inquietano, per le mosse del Fuhrer ma, intimoriti, lo lasciano fare. E i viennesi, “così impazienti d’essere invasi”, applaudono alle truppe del Reich, anche se bloccate da un gigantesco ingorgo di carri armati (altro che efficienza). È l’anchluss. E comincia, anche in Austria, la persecuzione degli ebrei... Diversi tempi e luoghi, altrettanto forti le tensioni che animano anche le pagine di “Inganno” di Lilli Gruber, Rizzoli, ovvero “tre ragazzi, il Sudtirolo in fiamme, i segreti della guerra fredda”. Fine degli anni Cinquanta, lo Stato italiano per la prima volta alle prese con i terrorismo, le manovre dei servizi segreti di molti paesi. E “quattro anime perdute” in cerca di senso e destino: Max e Peter, illusi irredentisti d’una causa tragica, Klara, innamorata del potere, Umberto, agente dei servizi, impegnato a “evitare il peggio”. L’Italia non si spacca, il terrorismo non passa. Ma serve buona memoria, per evitare che le ferite della storia si riaprano.