Crescere tra fiducia e controllo

Ritengo che i giovani debbano crescere tra fiducia e controllo, con un equilibrio che ogni comunità educativa deve calibrare costantemente

DOMANDA:

CONTROLLO e organizzo quel che fa mio figlio: compiti, cartella, merenda, scadenze. Ho paura di viziarlo, di non prepararlo a cavarsela da solo. Gli altri ragazzi sono più maturi o sono tutti disorganizzati come il mio? Una mamma

RISPOSTA:

RITENGO che i giovani debbano crescere tra fiducia e controllo, con un equilibrio che ogni comunità educativa deve calibrare costantemente. La mia esperienza quotidiana in aula circondato da adolescenti evidenzia tre ambiti nei quali riscontro che la famiglia non sia riuscita pienamente a far crescere il senso di responsabilità e di educazione dei ragazzi. Il primo è il rispetto delle regole. La scuola non deve rimanere l’unico ente erogatore di norme e procedure. Quindi, per esempio, le cuffie non si usano in classe non per un vezzo del professore, ma perchè si fa una cosa per volta e non si può seguire la lezione su Giulio Cesare con il rap in sottofondo. Compito della famiglia dovrebbe essere far capire che per la stessa ragione non si usano le cuffie in bicicletta per non abbassare la percezione dei pericoli della strada. E nemmeno in casa se c’è un ospite o a tavola. Le cuffie vanno bene per ascoltare la musica. Secondo ambito è quello dell’autorità. Se a casa è abitudine insultare il genitore, non rispettare il coach di basket e sminuire chiunque la pensi diversamente, la scuola da sola non ce la può fare. Infine, la famiglia dovrebbe insegnare l’accettazione della sconfitta e della caduta, che sono parti integranti della vita e vanno vissuti come punti di partenza e come stimoli. Sbagliato è far credere che se non si riesce la colpa sia, a prescindere, dei professori o di qualcun altro ed è sbagliatissimo cambiare scuola, fare ricorso o cercare altre scappatoie. In conclusione, la famiglia che non dà indirizzi è la deriva che conduce al concetto di scuola prigione. La classe non può essere l’unico posto dove le regole sono vigenti e da rispettare. Quanto alla mamma italiana, è presa in giro in tutto il mondo: si tratta di una generalizzazione, con eccezioni virtuose e numericamente rilevanti.