Van Morrison e DeFrancesco. Blues e jazz da impazzire

Il mitico cantautore irlandese

Van Morrison in concerto alla Royal Albert Hall di Londra (Olycom)

Van Morrison in concerto alla Royal Albert Hall di Londra (Olycom)

Milano, 31 maggio 2018 - Versatile è questo cantautore irlandese che da sempre attraversa i territori di confine fra folk, rock, jazz e blues, con la sua voce da crooner di taverna, la chitarra e il sax alto, piccole orchestre dai fiati lunghi. Van Morrison, quello di “Moondance”, hit neo jazz di Michael Bublè, e molti dischi leggendari. Dall’album “Versatile” (2017) Morrison ha stretto il focus su blues e jazz, nell’ultimo “You’re Driving Me Crazy”, con il famoso organista e trombettista jazz Joey DeFrancesco, nello stile dei combo a cavallo degli anni ‘60, organo, ritmica (senza contrabbasso) e sax alto, con licenza di aggiungere il sax tenore e soprano di Troy Roberts, membro storico della sua band con Dan Wilson, chitarra e Michael Od, batteria. Lavoro in cui esplora una nuova vocalità, come Bob Dylan, rilegge i suoi original come nuovi standard, da “Have I Told You Lately” a “The Way Young Lovers Do”e “Magic Time”. Ripesca “Miss Otis Regrets” di Cole Porter, che vene straniata in un racconto moderno.  “The Things I Used to Do”, “Travellin’ Light”, “Every Day I Have the Blues” li conosciamo bene ma qui l’interpretazione è una lama bruna che taglia secondo angoli inauditi.

Un classico fra hot jazz e swing come “You’re Driving Me Crazy” (1930), rivedetevi la scena del film in cui Frida Kahlo lo balla con Diego Rivera in un party a Manhattan, diventa contemporaneo mentre la chitarra di Dan Wilson improvvisa alla Django e l’organo di Joey svisa alla Jimmy Smith. La voce di Van Morrison stira melodia e ritmo come si fa “after hours” nei club. Joey DeFrancesco ha suonato con Miles Davis, John McLaughlin, Jimmy Smith, Elvin Jones, Grover Washington Jr, Ray Charles, Bette Midler, ha vinto per nove volte il Critics Poll dell’autorevole rivista Down Beat come miglior organista (ma se la cava bene anche alla tromba). Ha ricevuto una nomination per i Grammy Awards e registrato 30 album a suo nome. Van Morrison ha frequentato il jazz dagli esordi, nel 1968, con “Astral Weeks”, dove suonavano Connie Kay e Richard Davis. Ha collaborato con John Lee Hooker, Freddie Hubbard, Chick Corea, Herbie Hancock. Se volete ascoltare il suo stile fluido al sax alto, basta “Celtic Swing”. Niente male. Mentre la voce va e viene dall’irish blues. Scura come la birra, ovviamente. Album tra i più convincenti fra i generi, perché il linguaggio è jazzistico e il materiale privato, le geometrie variabili della musica sono perfette per traghettarci fra il jazz e il blues su una nuvola di moderna leggerezza. Van e Joey si divertono e lucidano gli strumenti, come ho detto l’atmosfera è da club, calda, vera, diretta, il repertorio magnifico. Da comprare.