Il ritorno in cantina dei Tazenda

La terra, la lingua, le tradizioni, il vino nel nuvo singolo "Dentro le parole"

I Tazenda

I Tazenda

Milano, 20 settembre 2018 - In vino musica. La terra, la lingua, le tradizioni, il vino. Ho sempre stimato i Tazenda e quando mi hanno invitato a un concerto privato nella cantina di un amico, Piero Delogu, vicino ad Alghero, per festeggiare una Magnum di Geo con il loro nome, li ho raggiunti. Non solo per la loro bellissima musica ma perché pensavo fosse una chiave per capire il loro rapporto con la Sardegna. Fra un gruppo musicale e la sua isola. Perché i Tazenda sono un caso e una storia. Protagonisti a Sanremo con Pierangelo Bertoli (Spunta la luna dal monte), famosi in tutta Italia, ma legati in modo indissolubile alla loro terra. Piero Delogu, cantine, ristorante, resort, vini premiati oltre il 90 negli Usa, ma anche inventore delle mungitrici automatiche per pecore e di stalle in metallo, dedica loro il Magnum del suo vino di punta e organizza un concerto privato. Una cena sarda, una festa. Un suo maiale di 280 chili cuoce da mezzogiorno, nel primo pomeriggio arrivano i due storici leader, Gigi Camedda e Gino Marielli, Gigi prova un Vermentino in purezza, poi le bolle e il Cannonau. Parla di musica e isola, mentre montano il palco. Geo, in realtà è Cannonau con Merlot, Cabernet e Syrah.

Si parla  della cottura del maiale, dei loro concerti e di vino. Di amicizia, perché Piero ha chiamato le sue bolle Chelos, famosa canzone dei Tazenda sull'album “Vida”. Nicola Nite è la nuova possente voce, algherese. “Dentro le parole” la sua nuova canzone con video vintage, anni '70, che ci fa capire quanto siano bravi, non banali ed attuali. “Sono un uomo perso dentro le parole…”. La cena è pantagruelica, invitati, amici autorità, appassionati, una tavola lunga con la tribù di musicisti e tecnici, la troupe che ha realizzato il video, il regista Daniele Paglia. Identità sarda e il concerto può attendere. Ma quando arriva è potente, tradizione moderna, ancestrale e contemporaneo sardo logudorese e italiano, tutti che cantano le canzoni a memoria. Bellissima musica, grande band. E i filmati della loro storia, con Andrea Parodi e Gino Marielli giovani e belli, Gigi Camedda a completare il trio alle tastiere (il figlio bravo suona nella band). Festeggiano anche i loro trent'anni di carriera con un pubblico che li adora. “Amore nou”, “Pitznnos in sa gherra”, “Madre terra”, “Domo mia”, “Carrasecare”, “Nanneddu meu”, “Mamoiada”, “No Potho Reposare”, l'amore, il sociale, l'identità di un popolo, il canto profano che alla fine si identifica con quello sacro. E “Spunta la luna dal monte”. Un grande Vermentino in purezza e un ottimo Cagnulari, per non parlare sempre di Cannonau. Aspettando un'evoluzione con meno legno e soli autoctoni, perché e vigne di Delogu lo pretendono.