Un Sanremo secondo Giovanni, lo manda Battiato

caccamo, pianista e autore siciliano, trionfa fra i giovani di Marco Mangiarotti

Giovanni Caccamo, vincitore di Sanremo Giovani (ANSA)

Giovanni Caccamo, vincitore di Sanremo Giovani (ANSA)

Milano, 19 febbraio 2015 - Due piani che si incontrano in «Qui per te». Quello di Giovanni Caccamo, il cantautore, e quello del produttore Daniele Luppi, italiano di Los Angeles, che ha contribuito alla costruzione di un album di debutto speciale. Giovanni è modicano, ha girato l’Europa cercando club e case con pianoforte per concerti intimi e privati, ha coltivato la stima di Franco Battiato, ne ha studiato la moderna classicità, la sapienza elettronica, l’istinto (negato) del pop. Il duetto in «Satelliti nell’aria» definisce il senso di un lungo incontro.

Giovanni è l’ultimo prodotto dell’industria culturale in Casa Sugar (Caterina). Caccamo, 24 anni, polistrumentista, autore, è uno sperimentatore moderato, a suo agio nell’elettronica di «Oltre l’estasi» come nel pop enfatico di «Il mondo non mi basta». Traiettorie diagonali, una sintassi del suono che tende al minimalismo sostenibile, la sofisticata ossessione melò di «Ritornerò da te». Il pianoforte ci dà la rotta, synth e archi aprono altri orizzonti, visioni sentimentali ma esistenzialmente corrette, con aperture melodico armoniche irresistibili. E la lezione di Battiato, che l’ha prodotto con Pinaxa nel primo singolo «L’indifferente» e ospitato in tour e con Anthony & The Jonsons («Distante dal tempo»). Undici tracce di talento, dove è autore o coautore, grafica di suo pugno (come nelle corde di Mengoni e Ferro). Estetica post moderna, grazie a Luppi ( John Legend, Gnarls Barkley, Mike Patton). Scelgo anche «Nel fango», la malinconica e intensa «Fuori piove», le atmosfere elettroniche de «Il mondo che non tornerà». E ancora, la dolce malinconia di «Piove». La dance intelligente di «Mare mare».

di Marco Mangiarotti