L’occhio privato. Putland ruba facce e anima ai miti del rock

“The Music I Saw”, la sua prima monografia ufficiale per la casa editrice bolognese LullaBit in collaborazione con ONO Arte Contemporanea

Il cantante Bob Marley in un'immagine del 1976 (Afp)

(FILES)A file photo taken in 1976 shows Jamaican reggae star Bob Marley, who died 11 May 1981 at the age of 36 at Cedars Sinai hospital in Miami following cancer. Thirty-three years after his untimely death, ganja-loving reggae icon Bob Marley is being remembered with an eponymous brand of top-end marijuana, his family said on November 18, 2014. Marley Natural is being pitched as "a premium cannabis brand rooted in the life and legacy" of one of Jamaica's greatest cultural exports, just as the United States slowly shifts towards legalized pot. AFP PHOTO / FILES = RESTRICTED TO EDITORIAL USE - MANDATORY CREDIT " AFP PHOTO / HANDOUT/" - NO MARKETING NO ADVERTISING CAMPAIGNS - DISTRIBUTED AS A SERVICE TO CLIENTS =

Milano, 25 maggio 2018 -La musica che ho visto. Dove le voci del rock, del pop del blues (del reggae) del jazz vengono raccontate dalla macchia fotografica di Michael Putland, che pubblica “The Music I Saw”, la sua prima monografia ufficiale per la casa editrice bolognese LullaBit in collaborazione con ONO Arte Contemporanea. Non un caso, perché il famoso fotografo inglese ha molto lavorato in Italia e per Vasco Rossi. Una selezione dai 400mila scatti del suo archivio, dai più famosi ad inediti assoluti. Michael racconta di essere nato nello stesso giorno in cui Henri Cartier-Bresson, George Rodger, Robert Capa e David Seymour, fondarono la leggendaria agenzia fotografica Magnum, il 27 maggio 1947, e di averlo poi interpretato come un segno del destino. Il suo occhio in effetti racconta, attraverso 344 incontri ravvicinati con i miti della musica pop, un viaggio dagli anni Sessanta ad oggi. Un diario che alterna testimonianze alle foto, interessanti perché l’artista davanti a un fotografo, a differenza del giornalista, è nudo.

Putland ha ritratto, con un rigoroso stile on the road, Rolling Stones, John Lennon, David Bowie, Bruce Springsteen, Prince, Bob Marley, Lou Reed, Frank Zappa, Led Zeppelin, The Who, Pink Floyd, Queen, The Clash, Madonna, Miles Davis, fra gli altri. E Vasco Rossi per le copertine di “Vasco NonStop” e il concerto di Modena Park. Lui descrive questo libro così. «Ho avuto il privilegio di immortalare molti dei più grandi artisti e gruppi mondiali degli ultimi cinquant’anni, The Music I Saw è una storia per immagini della musica che amo». Per Vasco Rossi, nella prefazione al libro, è un grande dizionario alfabetico del rock dagli Abba a Frank Zappa, che esce due anni dopo il libro fotografico ufficiale “The Rolling Stones by Putland”, sempre per LullaBit.

Michael li ha  conosciuti nel 1963 e li ha accompagnati per tutti questi anni. Lo sfoglio e lo leggo, dai suoi ricordi d’infanzia e adolescenza agli inizi come fotografo, grazie allo zio Alan. Assistente di studio a Pimlico, nel centro di Londra, incontra ai concerti Eric Clapton, gli Yardbirds, John Mayall, George Fame, Rod Stewart, Van Morrison, Them, Julie Driscoll e Brian Auger, frequenta le redazioni di Melody Maker e NME (NewMusical Express). Ecco i primi scatti nel 1970 con Mick Jagger, Charlie, Bill e Mick Taylor per “Rock’n’Roll Circus”. Sono i dietro le quinte, i momenti privati e rubati a svelarci qualcosa di diverso, come un insospettabile Charles Aznavour, Marc Bolan, Billy Joel alla fisarmonica. David Bowie con un pennello in mano. Carly Simon e Nina Simone, lo zoom nell’anima. Ve lo consiglio