Jimi Hendrix a Milano: i ragazzi del Piper ’68

Detesto l’“io c’ero”, ma Enzo Gentile, non avevo dubbi, e Roberto Crema, storico hendrixologo italiano, ci consegnano un nuovo genere letterario in “Hendrix ‘68 - The Italian Experience”

Il libro del tour

Il libro del tour

Milano, 10 maggio 2018 - Detesto l’“io c’ero”, ma Enzo Gentile, non avevo dubbi, e Roberto Crema, storico hendrixologo italiano, ci consegnano un nuovo genere letterario in “Hendrix ‘68 - The Italian Experience” (Jaca Book). I saggi iniziali, la prefazione di Carlo Verdone, che su Jimi ha fatto un film, che contestualizzano con occhio sociologico e piglio giornalistico quel 1968 e la musica. Prima, durante e dopo i tre concerti di Jimi Hendrix a Milano, Roma e Bologna. Lo fanno con una documentazione semplicemente fantastica, emozionante per chi in quegli anni c’era davvero, con le testimonianze di personaggi conosciuti e non, come la giornalista sedicenne Daniela Cohen che lo accolse a Milano, i promoter nazionali Massimo Bernardi e Oscar Porri, Luna, la modella newyorchese amica sua e fidanzata di Victor Sogliani, che gli presenta Ines Curatolo, che lo porta a Villa Bodoni. Comune chic dell’Equipe di Vandelli, dove passano la notte. Prima c’era stata la piccola apocalisse del Piper, con il concerto del pomeriggio annullato per gli strumenti fermati in dogana a Malpensa, e i ragazzi del pomeriggio che non volevano quelli della sera. Quartier generale all’Hotel Windsor e Leo Watcher, l’organizzatore milanese, al comando.

La magia di questo grande racconto collettivo è che non esistono registrazioni audio o video e le emozioni sono affidate alla memoria della parola e alla potenza della fotografia. Massimo Bernardi si rammarica “di non aver firmato con l’agenzia anche i diritti televisivi del tour”. Cifre modiche. “Mille sterline per ogni giorno di permanenza di Jimi”, ricorda il socio Oscar Porri. Cinematografico è il ritmo del docu-libro, Daniela Cohen ricorda di essere salita sulla limousine della Polydor perché era l’unica in grado di comunicare con Jimi. Roberto Ferrari, curiosando dietro la Triennale viene coinvolto nello scarico delle testate Marshall dell’impianto. Daniela. “L’hotel aprì le cucine e Jimi si mangiò un bel piatto di cannelloni”. Bambi Fossati. “Partimmo da Genova per vedere Jimi Hendrix... anche se avevo solo diciassette anni, guidai il maggiolone del mio amico per andare a Milano”. Ricky Maiocchi. “Mi regalò un battipenna e tre pick-up. Non mi ricordo di aver visto molti musicisti, solo Maurizio Arceri e Milena Cantù”. Parlano Renzo Arbore, Fabio Treves, Dodi Battaglia. Maurizio Vandelli: “Venne a Villa Bodoni, gioiello liberty che ospitò anche Andy Wharol e Allen Ginsberg, non per me ma per un’amica, Ines Curatolo”. Con cui passò la notte e o che rivide a Bologna. Al Piper caos totale con Jimi nel camerino cucina indeciso se uscire: non si sentiva niente, l’alimentazione andava e veniva (Noel Redding). Quindi, pura leggenda. Oh yeah! Da comprare.