Giovanni e Deborah, duetto intimo: "Via da qui" per volare al festival di Sanremo

Caccamo: "Alle prove abbiamo avuto l'applauso dell'orchestra" di MARCO MANGIAROTTI

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato (da il resto del carlino)

Giovanni Caccamo e Deborah Iurato (da il resto del carlino)

Milano, 1 febbario 2016 - Non siamo sempre soli, non lo è Giovanni Caccamo sul palco di Sanremo, dove canta con Deborah Iurato, vincitrice di “Amici” nel 2013, “Via da qui” di Giuliano Sangiorgi. La canzone più bella del festival. Un duetto intimo e intenso con Carmen Consoli in “Resta con me”, uno disneyano con Malika per “Lava”, sono altre chicche del suo secondo album “Non siamo soli” (Sugar). Tredici tracce di talento sorridente, danzante dentro e signorilmente pop di un cantautore verticale. Una conferma importante per questo ventenne siciliano dopo i premi dell’esordio, a partire dalla vittoria al Festival nella categoria dei Giovani 2015, con la regia di Caterina Caselli. Dal 16 febbraio tour teatrale dove chi ha comprato il cd entra gratis.

Giovanni cosa cambia in questo disco?

«Venivo dal pessimismo cosmico di “Qui per te”, legato alla morte di mio padre, pop elettronico d’autore. Dovevo aprirmi, me l’ha detto anche Battiato. Ho chiamato Placido Salamone. Nei live ho capito che il mio suono era più semplice, abbiamo lavorato per sottrazione. Pensato alla modernità di “Malacca” di Battiato».

E con Placido e Caterina Caselli è nata l’idea del duetto con Deborah a Sanremo, dato come favorito dai bookmakers.

«Placido Salamone è produttore anche di Deborah, che come me è di Ragusa. L’ho incontrata due anni fa e nei suoi occhi ho visto una luce. Mi ha sorpreso in una cover di Dalla, ho firmato un brano del suo disco. Siamo diventati amici nella nostra evidente diversità e fra noi c’è una magia strana. Il duetto ce lo dividiamo: strofa autorale mia, seconda parte più pop sua. Alle prove abbiamo avuto l’applauso dell’orchestra».

Tutto è iniziato però grazie a Giuliano Sangiorgi.

«Ci siamo visti a luglio in Puglia, lui cucinava e l’idea era di scrivere insieme. Poi mi dice: “senti fratello, ho scritto questo pensando a te”. Sono scoppiato in lacrime. L’ho registrato anche per piano e voce».

Un altro incontro importante è con Carmen Consoli.

«Per un momento è stato il duetto del festival. Carmen a casa sua, dopo l’ultimo Sanremo, butta l’idea: “Caccamo, mi piace come scrivi, facciamo qualcosa insieme?”. Suono la scorsa estate nel suo concerto a Taormina e lei rilancia: “Un singolo insieme?”. Poi invece ha scelto “Resta con me”, che ha una tensione emotiva incredibile».

Ci sono atmosfere agli antipodi.

«“Silenzio” è il ponte fra i due dischi e il preferito di Battiato, “Più tempo” ha un groove quasi jazz. “Non siamo soli” è nato a Gerusalemme, durante il tour “Live at Home”. Ho visitato un orfanotrofio e un ricovero per anziani a Betlemme dove le suore e i frati raccolgono i bambini malformati (sono un castigo di Dio) dai cassonetti e i vecchi abbandonati dalla strada». 

di MARCO MANGIAROTTI