Gli anni pensanti della Revolution

Suoni, arte, idee nel libro e nella mostra alla Fabbrica del Vapore

Un'immagine dei Beatles

Un'immagine dei Beatles

Milano, 22 febbraio 2018 - Esserci. Era essenziale. Essere nati dai primi anni ‘40 a primi anni ‘50, durante l’esplosione demografica del primo dopoguerra, che portò a un dato sconvolgente: il 50 per cento della popolazione americana nel 1966 aveva meno di 25 anni, in Francia un individuo su tre ne aveva meno di 20. Una generazione che non voleva più integrarsi con il mondo dei genitori senza discuterne in prima persona. “Revolution - Musica e ribelli 1966-1970 Dai Beatles a Woodstock” (Skira), a cura di Victoria Broackes e Geoffrey Marsh, racconta in un volume indispensabile, bellissimo e profondo, quegli anni, in mostra fino al 4 aprile alla milanese Fabbrica del Vapore.

Le coordinate fra America ed Europa di una rivoluzione culturale scatenata da idee rivoluzionarie, dove la musica, il cinema e la stampa alternativa, i libri e il pensiero costruirono la rete globale in un’epoca senza Internet e Smartphone. Saggi ed arte visiva, una colonna sonora naturalmente strepitosa, il rigore anglosassone. Broackers e Marsh dettano la mappa da Londra a San Francisco, New York e Berlino, Bob Dylan e i Beatles, i Rolling Stones, i Jefferson Airplane, Jimi Hendrix, Frank Zappa e i Grateful Dead (Doors e Who). Dimenticano la primavera parigina, che fu esattamente il contrario, come ci ha magistralmente spiegato Bertolucci, di quella rivoluzione non ideologica e diversamente politica. Tracciano parole nuvola: diritti civili, multiculturalismo, corsa agli armamenti, ambientalismo, consumismo, informatica, senso della comunità (le comuni libertarie). Individualismo e comunicazione di massa.

La rivoluzione sessuale, il femminismo comandato dall’io, l’antirazzismo, un internanzionalismo guevarista. La musica semplifica e amplifica. Libri, telegiornali, film, dischi, fotografie, fanno viaggiare le idee. Negli Usa il movimento attrasse studenti e intellettuali borghesi, neri e reduci. In Inghilterra il mondo artistico e culturale, studenti ed eroi della classe operaia. Come i Beatles. In America provocò un durissimo scontro generazionale e sociale, a Londra grande arte pop di strada. A Parigi la sintesi politica più potente (dove la musica era assente). Nove le sezioni di “Revolution”: Racconto di due città; Revolution Now; La controcultura; All Together Now?; Il Fillmore, il Grande e la Sunset Strip; You Say You Want a Revolution?; La moda britannica tra il 1966 e il 1970; Il marshmallow cromato; “Siamo come dèi...”, con saggi di Geoffrey Marsh, Sean Wilentz, Barry Miles, Jon Savage, Howard Kramer, Victoria Broackes, Jenny Lister, Alison J. Clarke e Fred Turner. Imperdibile come la Mostra al Vapore, curata da Clara Tosi Pamphili e Alberto Tonti, con Fran Tomasi.