"Quanti bei ricordi a Torretta Lodi è sempre nel mio cuore"

Brenda Lodigiani, dai successi di “Quelli che il calcio“ al nuovo show di sensibilizzazione sulla prevenzione medica

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di Tiziano Troianello

"Che bella la mia Lodi. Vorrei far rivivere ai miei figli la stessa infanzia spensierata che ho potuto provare io, ma so che purtroppo quell’atmosfera non esiste più". Brenda Lodigiani, 34enne attrice, imitatrice, conduttrice e ballerina da più di dieci anni si è trasferita a Milano ma non nasconde tutto l’amore che prova oggi per la sua città. "Lodi è stata per me come la famiglia: l’ho amata da bambina, poi da adolescente l’ho odiata e non vedevo l’ora di andarmene e adesso che sono più realizzata e matura, ricopre un posto speciale nel mio cuore ed è anche il luogo dove ritrovo tante energie" dice. Nata a Sant’Angelo Lodigiano il 30 dicembre 1987 ("mia mamma passava di lì per caso" spiega), di strada ne ha già fatta parecchia nel mondo dello spettacolo e, da quell’esordio in tv come ballerina nel programma Central Station (trasmesso sul canale satellitare Comedy Central), e poi come conduttrice su Disney Channel dal 2005 al 2008, è stata protagonista di diversi programmi di successo: su tutti Quelli che il Calcio con la conduzione del duo Luca e Paolo in cui le sue esilaranti imitazioni di Diletta Leotta, Chiara Ferragni, Arisa o Orietta Berti hanno lasciato il segno. In carriera però Brenda ha anche recitato nei film “Un fidanzato per mia moglie” di Davide Marengo (2013), “Italiano medio” di Maccio Capotonda (2015) e “Si muore tutti democristiani” de Il Terzo Segreto di Satira (2018) e a teatro in particolare con Stefano Benni. A 34 anni la Lodigiani è anche mamma di Olivia, nata nel 2017, e di Tobia, del 2020.

Brenda, ci racconta che bambina era?

"Sono cresciuta nel quartiere Torretta di Lodi, che era sostanzialmente un piccolo borgo. Una comunità in cui ci si conosceva tutti. C’erano la latteria, il tabaccaio, tanti piccoli negozi. E si giocava nei cortili. Tutti i bambini della mia età erano lì, si respirava un’aria popolare. Ci passavamo i vestiti tra le famiglie. Non passavano auto. E’ stata un’infanzia molto leggera, senza preoccupazioni. Si poteva fare tutto. E qualsiasi persona grande ti poteva rimproverare se facevi qualche cosa di sbagliato e andava bene così. Senza cellulari, io sapevo che dovevo tornare a casa quando sentivo le campane. Altrimenti mia mamma si affacciava e mi chiamava. E’ stato bellissimo, purtroppo adesso non si può più vivere così ed è stata un’infanzia che i miei figli non potranno mai provare".

Che scuole ha fatto?

"Le elementari a Torretta, le medie Cazzulani e alle superiori l’Einaudi: le ho finite con grande sollievo dei professori"

E intanto frequentava però l’accademia di danza Gaffurio...

"Sì. Ho iniziato danza quando avevo 6-7 anni. Mi è piaciuto subito. Mi piaceva esibirmi. Ma adoravo anche tutti quei momenti della preparazione. Era forse l’unica attività in cui riuscivo a rimanere concentrata. Sarò sempre grata alla mia prima insegnante Cristiana Vimercati, colei che mi ha anche iscritto alla prima agenzia per fare pubblicità e al direttore Marco Emilio Camera che mi ha sempre supportato. All’inizio ai provini non andavo mai bene, finchè non è arrivato poi il primo vero contratto da conduttrice a Disney Channel e da lì non mi sono più fermata".

Tornando ai suoi anni a scuola, faceva già le imitazioni allora?

"Altrochè. Ci sono un paio di professori delle superiori a cui dovrei chiedere scusa. Eravamo una classe disgraziata, di quasi tutte ragazze e ne combinavamo di ogni. Però, devo dire, che si studiava anche tanto".

Cinema, televisione, imitazioni, teatro. Qual è il contesto in cui si sente più a suo agio?

"Più che il contesto a me interessa il progetto. Se il progetto mi piace lo accetto al di là di tutto. Ad esempio per le imitazioni è stato fondamentale trovare un autore come Dario Tajetta con cui mi sono subito trovata in sintonia e che sa ritagliare le cose su di me".

Quindi nessuna differenza a esibirsi davanti al pubblico o davanti a una telecamera accesa?

"No, la differenza c’è e si sente. Ad esempio quando siamo andati in onda a “Quelli che il calcio” senza pubblico in studio per l’emergenza Covid è stata una prova molto tosta. Poi non dimenticherò mai il ritorno dei primissimi (pochi) spettatori: il calore del ritorno degli applausi dal vivo è una cosa che ancora oggi mi emoziona".

Dei personaggi che ha imitato qualcuno si è offeso? Altri hanno apprezzato?

"Chi si è offeso non lo dico. Si sono congratulate con me e sono state molto carine ad esempio Diletta Leotta e Sveva Sagramola".

Ora è più difficile far ridere...

"Forse sì, le cose che ho fatto in televisione 10 anni fa adesso non potrei farle. Però è anche stimolante trovare nuove chiavi comiche".

Quali i prossimi programmi?

"Sono nel cast di “Nudi per la vita” , programma in onda su Raidue condotto da Mara Maionchi che con la partecipazione di vip intende sensibilizzare il pubblico sulla prevenzione medica. E’ un progetto a cui tengo particolarmente e invito tutti a fare prevenzione e a non avere paura a sottoporsi a esami e controlli sempre".

Un sogno nel cassetto per la carriera?

"Mi basterebbe continuare a fare quello che sto facendo. Sempre all’insegna della versatilità".

Torna spesso a Lodi?

"Torno quando posso a trovare i miei familiari e ogni volta non può mancare un pranzo alla trattoria del mio quartiere".

Quali sono i suoi luoghi del cuore di Lodi?

"Torretta sicuramente. Ma anche il LungoAdda, il ponte napoleonico, l’Accademia Gaffurio, Campo di Marte, l’Isola Carolina dove mio papà mi ha insegnato ad andare in bicicletta. Poi non può mancare un giro in piazza della Vittoria. Mostro ai miei figli i luoghi della mia infanzia. Lodi è proprio bella e le resto legata moltissimo".