La grande bellezza in 120 chilometri

Strada del Vino San Colombano e Sapori lodigiani fra meraviglie architettoniche, natura e cibo gourmet

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di Paolo Galliani

Puro buon senso: la linea diritta non è sempre il modo migliore per raggiungere un punto preciso. E allora, viva le deviazioni. Quelle che già alle porte di Milano hanno il potere di smentire la sciocca idea che la Bassa Padana sia una semplice tavolozza piatta e noiosa, poco adatta a riservare sorprese. Che invece arrivano. E anche affollate, seguendo la bella ciclabile del Canale della Muzza o la Greenway dell’Adda Sud che da Cassano d’Adda e Rivolta d’Adda porta a Lodi, capitale discreta di una provincia sommessa e città di taglia relativa ma che si prende i superlativi con le sue meraviglie: la scenografica piazza della Vittoria, la Cattedrale della Vergine Assunta, il rinascimentale Tempio dell’Incoronata e Palazzo Vistarini.

Servono motivi ispirativi? Arrivano a frotte, omaggiati da un tracciato che tiene insieme decine di Comuni e centri abitati, in nome del bello ma anche del buono. Lo sa Giuseppe Maggi che presiede la suggestiva “Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani“ e i suoi 120 chilometri di tracciato (www.stradalodi.it). Lo sanno gli appassionati di enogastronomia che hanno imparato a sfamare la loro passione gourmet tra locande, caseifici e cantine di questa graziosa fetta di Lombardia senza grandi affollamenti e forse per questo maledettamente cinematografica. Ne era convinto Pier Paolo Pasolini che qui girò scene del suo “Teorema“. E lo era anche Luca Maniero che lo trovò perfetto per alcune ambientazioni di “Benvenuti al Nord“. In cerca di un circuito esauriente, istintivo raggiungere Maleo e il Castello Trecchi, di fronte alla "murata" Pizzighettone, sponda cremonese, quindi deviare per Codogno incorniciata da aziende agricole e alimentari che hanno fatto e continuano a fare la storia nella produzione di salumi nostrani e formaggi Dop come il gorgonzola, il taleggio e il quartirolo, per non parlare del mascarpone artigianale, del Panerone a pasta cruda e della "raspadüra", raschiatura in scaglie del Granone Lodigiano. Tra appetito e curiosità, il viaggio raggiunge San Colombano al Lambro, vero bemolle di un territorio che improvvisamente si presenta con una collina rivestita da vigne dove nascono rossi e bianchi prodotti da uve tipiche come Croatina, Barbera, Chardonnay e Pinot Nero. A Sant’Angelo Lodigiano si visita il castello duecentesco con i musei Morando Bolognini, dell’Agricoltura e del Pane.

A Graffignana facile stuzzicare l’orgoglio degli abitanti perché proprio qui sono nati campioni dello sport come il bomber Alessandro Matri e la stella del basket Nba, Danilo Gallinari. Pochi chilometri più a nord, dopo Lodi Vecchia e la sua splendida Basilica dei XII Apostoli, la "Strada del Vino San Colombano e dei Sapori Lodigiani" cede il passo alla periferia milanese annunciata dall’abbazia di Chiaravalle. E l’assaggio di una fetta di "Tortionata" a base di mandorle, farina e scorza di limone diventa solenne promessa prima di tornare nella grande città: "Ci si rivede". Di sicuro.